Il buono dell'enogastronomia di questi giorni

Tra il vintage e il gourmet: i sapori della Settimana Santa

Angelo Ciocia
Angelo Ciocia
Pizzarelli - ph Simona Ciocia
Il Giovedì Santo è il giorno di lagane, acciughe e mollica "sfritta", impazzano i pizzarelli tra gusti vintage e rivisitazioni gourmet. All'ottava di Pasqua, spazio alla scarcella molfettese
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A Molfetta se dici fede e tradizione, non puoi non associare un piatto tipico per ogni momento. E’ così anche per la Pasqua, con diversi piatti tipici di un tempo che ancora oggi fanno capolino sulle tavole dei molfettesi.

Il Giovedì Santo era il tempo in cui a tavola comparivano lagane con acciughe e mollica “sfritta”.

Comparivano perchè oggi questo piatto esiste poco quanto niente. Ha lasciato il posto ad altre tendenze enogastronomiche, la tradizione si è rotta, anche se qualche amante del passato si siede ancora a tavola con un piatto fumante di lagane, acciughe e mollica. Era il piatto preferito dai confratelli in giorni in cui la carne era bandita, il modo esatto per ricaricare le pile in vista delle processioni.

Si utilizzavano le lagane o in alternative le reginette o gli spaghetti, quella che a Molfetta si chiama “la pasta lunga”. L’acciuga veniva sfritta in abbondante olio. A contorno di tutto una spruzzatina di mollica sfritta, per anni considerato “il formaggio dei poveri”. Facoltativo l’uso di qualche pomodorino che, alle latitudini molfettesi, significava “colorare” la pietanza.

Oggi però è difficilissimo trovare ciò. Ben più facile è farsi un pizzarello da gustare tra un “sepolcro” e un altro o nell’attesa della suggestiva uscita dei Misteri. Gli amanti della tradizione lo riempirebbero solo con tonno e capperi e, forse con acciuga e qualche pomodorino delle nostre campagne, ma in questi anni impazza il pizzarello gourmet con tartare di tonno, stracciatella, oppure filetti di tonno in olio e altri squisiti abbinamenti come pomodori secchi sottolio, pric o prac. Più difficile trovare una fetta di calzone, più tipico a Mezza Quaresima, ma se nell’aria dovesse esserci odore di “sprenzale”, qualche buon calzone è in forno

Chi più ne ha, più ne metta. E se Pasqua è il giorno dell’agnello per eccellenza, in tutta Italia, “all’ottava di Pasqua”, è bene scartare una scarcella molfettese, magari in campagna. Quindi, via alle preparazioni e a quel buonissimo odore di mandorle e zucchero in forno.

Tradizioni di ieri, oggi e domani: tra vintage e gourmet, la Settimana Santa è bellissima e buonissima anche a tavola

mercoledì 27 Marzo 2024

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