Il caso

Ma a Molfetta il lavoro manca davvero?

Maria Marino
marinomaria
Corso Umberto visto dall'alto
Corso Umberto di Molfetta visto dall'alto
Tanti gli annunci, alcuni anche con contratti a tempo indeterminato. Ma le risposte scarseggiano
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“Cercasi ragazzo/o”, “Cercasi lavoratore”, “Cercasi figura specializzata”.

Impazzano sulle vetrine di attività e negozi questi annunci, riportati spesso anche su quei profili social che ormai mettono tutti in contatto.

Appare così Molfetta, una città alla disperata ricerca di lavoratori, dalle mansioni più semplici a quelle mediamente specializzate fino alla ricerca di profili altamente qualificati, in particolar modo nelle grandi realtà della zona industriale.

Ma al netto di cosa avviene tra Via Olivetti e paraggi, un caso per tutti è quello di un isolato nei pressi di Corso Umberto: se ne calcolavano contemporaneamente tre, in altrettante attività, su circa una decina ubicate lì.

Vale allora quello che a Molfetta i nonni chiamano, in dialetto “il lamento”?

“Abbiamo serissime difficoltà a reperire una risorsa – spiega il titolare di un bar nel centro – Visto il tipo di lavoro abbiamo necessità di un ragazzo, giovane e dinamico: quasi tutti si affacciano, sentono che bisogna iniziare tra le 7 e le 8 di mattina, poi pausa e ritornare alle 16:30. E mollano. In alcuni casi ci è capitato qualcuno che ci diceva che se si svegliava così presto al mattino aveva necessità di riposare nel pomeriggio. Noi rimaniamo basiti e proseguiamo la nostra attività, finchè ne avremo le forze”.

Ma mica lo scoraggiamento è dovuto alla mancanza di contratti, paghe adeguate e garanzie e tutele?

“Offrivo contratto a tempo indeterminato, dopo un regolare periodo di prova – risponde il proprietario di un’attività nell’ambito della ristorazione – Meglio non dirvi la moria di risposte che ho ricevuto”; “Offriamo un pagamento adeguato al lavoro fatto e secondo le reali possibilità viste la tasse, un mercato che non è più lo stesso di prima – è il commento di un altro negoziante – poi se il probabile dipendente vuole già da subito il trattamento economico di chi magari è con me da una vita oppure il mio, che sono il proprietario, allora è un altro discorso. Bisogna pure dimostrare sul campo di valere”

Ovviamente il discorso è ampio, variegato, complesso, sfaccettato. Ad ascoltare la vox populi la colpa sarebbe stata del famigerato reddito di cittadinanza che avrebbe fatto cullare in tanti ” ma non credo proprio, chi non voleva lavorare c’era anche prima. La verità è che adesso vogliamo tutto e subito, una vita comoda e zero sacrifici – è il punto sul tema di un armatore – nessuno, giovane o adulto che sia, ad esempio vuole più venire a bordo: io, se riesco a portare a mare la mia imbarcazione è ormai grazie a stranieri che vengono qui con la fame di lavorare e portare il pane a casa”.

A sparire, alla luce di quello che si apprende e si consta con mano, sarebbero ormai quelle figure che un tempo rappresentavano un buon posto di lavoro: panettieri, camerieri, commesse, aiuto meccanici, parrucchieri e barbieri.  Eppure le candidature al centro per l’impiego non mancherebbero ma mancherebbe a seguire il riscontro.

“A mio modo di vedere dopo circa trent’anni nel mio negozio – conclude un altro commerciante – manca una visione di insieme: noi, come categoria, dovremmo ormai capire che non si può fare il datore di lavoro come un tempo; dall’altra parte lo Stato deve sgravare le tasse altrimenti noi non campiamo più; infine i candidati al lavoro dovrebbero con onestà pensare a cosa davvero offrono, a qual è il loro reale valore prima di esigere”. “.

martedì 12 Marzo 2024

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Giovanni
Giovanni
1 mese fa

Mio FIGLIO e cominciato al parrucchiere a scopare a terra con 10€ A SETTIMANA E AVEVA 16ANNI E NON LI MANCAVA NIENTE IO DA PADRE LO IMPARATO FARE CAPIRE CHE NON BISOGNA A STARE SULLE SPALLE DEI GENITORI BISOGNA FARE CAPIRE CHE OGGI PRENDI 10€ DOMANI NE PRENDI DI PIÙ QUELLO CHE CONTA E IMPARARE IL MESTIERE CHE I SOLDI ARRIVANO DA DOPO OGGI GUADAGNA 2500€ AL MESE VORREI DIRE AI GENITORI CHE NON BISOGNA VIZZIARE I FIGLI BISOGNA SONO FARE CAPIRE

Patrizia
Patrizia
1 mese fa

Buona sera ho appena letto questo articolo… forse nella ristorazione hanno ragione..ma nei negozi..parlo per esperienza personale.. come sentono l età e che ho due figli… non ti chiamano.. perché vogliono solo ragazzine da poterle agganciare come stagiste… quindi noi quarantenni su Molfetta non possiamo lavorare..