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Incuria e degrado nelle campagne molfettesi

La Redazione
Rifiuti abbandonati nelle campagne molfettesi
Le parole del segnalatore "La cura del territorio non può essere affidata solo ai cittadini virtuosi. Non è solo questione di immagine, è qualcosa di più"
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Lo sguardo vigile e solerte dei cittadini molfettesi è diventato, col tempo, sempre più attento alle questioni ambientali: lo stato di degrado e di incuria delle aree verdi della nostra città è ciò che più colpisce il cuore. In particolare, a pagarne le più drammatiche conseguenze, sono le campagne nostrane, oggetto della segnalazione di un lettore.
“Un colpo d’occhio eccezionale – comincia così la nota di un segnalatore – Con i loro colori sgargianti, costellano le stradine di campagna, fioriscono dovunque, quasi accolte dalla terra madre nella loro recalcitrante bellezza.Oppure emergono come torri o trincee ed occhieggiano l’incauto passante lanciando misteriosi messaggi come solo l’arte contemporanea più audace sa fare. Sono le installazioni, oramai tipiche del nostro territorio, più tipiche degli antichi pagliai, trulli, casette di campagna che una volta costellavano le nostre campagne”.

Il riferimento è chiaramente agli innumerevoli rifiuti abbandonati sul ciglio delle strade.
“Ce ne sono molte realizzate anche sulle complanari – prosegue lo sfogo del nostro concittadino – in particolare sulle piazzole di sosta della 16 bis, visibili ai turisti di passaggio cosicché tutti possano goderne, semplicemente passandoci vicino. Sono un marchio, oramai, insieme agli ulivi (quelli che la xylella non ha divorato), al sole, alle pietre. Sono i rifiuti abbandonati ovunque, o come solitari sacchetti parzialmente sbranati dai cani, o come raggruppamenti casuali, più o meno consistenti, lasciati alla libera decomposizione. Poi c’è la nevrosi di caricare in auto i rifiuti, percorrere più strada di quanta se ne farebbe per recarsi all’isola ecologica e scaricarli con soddisfazione nell’agro appena fuori città. Chissà se ha già un nome questa patologia mentale”.

Ma, fuori di metafora: di installazioni vere in Italia ce ne sono, in luoghi dove la terra è amata, corteggiata, rispettata, tanto da divenire scenografia di vere espressioni artistiche.

“Si spera che la legge dei cicli, dei corsi e ricorsi storici come dir si voglia – continua fermamente – porterà i frequentatori delle campagne a provare schifo e vergogna nell’attimo in cui si accingono a vomitare sul territorio ogni loro rifiuto, perché sperare nella sistematica repressione di tali atti è cosa vana, non si può in regime di normalità arginare una devastazione così sistematica.Ci vorrebbe l’esercito ad ogni contrada per scoraggiare lo scempio”.

Non mancano, tuttavia, doverosi riconoscimenti alle Amministrazioni che, periodicamente, si occupano di ripulire le aree interessate, senza che però ci siano effettivi riscontri in termini di miglioramenti.
“Qualche residente si è organizzato con cartelli che scoraggiano l’abbandono di rifiuti – conclude il segnalatore – che minacciano denunce, che avvertono della presenza di telecamere. Ma non basta. E di certo la cura del territorio non può essere affidata solo ai cittadini sani e virtuosi. Sarebbe ora di guardare avanti, anzi intorno a noi, sarebbe ora di non tollerare più. Non è solo una questione di immagine di fronte a chi visita le nostre zone. E’ qualcosa di più. E’ l’amore per se stessi, è la riscoperta della propria identità”.

domenica 23 Agosto 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 11:19)

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