Attualità

Trasformazioni e innovazione, a Molfetta una riflessione speciale

Luigi Caputi
L'evento con Vito Cozzoli nell'aula consigliare di palazzo Giovene
Ieri la presentazione del libro di Vito Cozzoli
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Non è possibile fermarsi. Non è possibile non cambiare, limitarsi a guardare. Tanto più in un mondo come quello attuale. Velocità delle trasformazioni, dinamismo delle comunicazioni, onnipresente tecnologia, impongono la necessità, la centralità, del concetto di innovazione.

Ieri sera, nell’aula consiliare “Gianni Carnicella, sede del Comune molfettese in piazza Municipio, è stato presentato il nuovo libro di Vito Cozzoli, pubblicato nel 2017: “Sviluppo e Innovazione. Idee esperienze e policy per la competitività del paese”.

“La scelta di Molfetta- ha affermato l’ex capo di gabinetto del ministero dello Sviluppo economico- come tappa del mio cammino di diffusione dell’opera non è affatto casuale. Pur non essendo nato né mai vissuto in questa città, sono legato ad essa genealogicamente, visceralmente. Questa è la mia terra d’origine, in cui sono vissuti i miei genitori e i miei nonni”.

Una scelta di sangue, ma anche e soprattutto di pensiero, tanto di istinto quanto di ragione. “Perché Molfetta- ha detto Cozzoli- è degna rappresentante di un Sud ricco di potenzialità, purtroppo spesso inespresse. Eppure è una delle poche, forse in questo momento l’unica città italiana, che concretamente ci rappresenta al livello internazionale in ambito industriale. Mi riferisco ad Exprivia, realtà che è partita da questa città per divenire gradualmente un modello mondiale di crescita, sviluppo e innovazione”.

Proprio quest’ultimo termine, centrale sin dal titolo del libro presentato, è stato il minimo comune denominatore tra i diversi e interessanti interventi degli interlocutori intervenuti ieri. A introdurre e moderare la discussione è stato Attilio Romita. L’innovazione è stata ritenuta dal giornalista Rai barese la preoccupazione centrale e attualmente più stringente per tutti gli amministratori italiani. Mondo della politica, della cultura e dell’economia hanno dimostrato di convenire sull’imprescindibilità del nuovo.

“Nelle mie esperienze amministrative- ha affermato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano– ho sempre cercato di assecondare la feconda unione di tradizione e innovazione. Del resto, le tecnologie e le scoperte non sono che strumenti per perseguire il sommo e supremo fine: una lunga vita felice. Per raggiungere questo obiettivo occorre essere all’avanguardia, favorire i cambiamenti. Tutti il resto è Ottocento. Ma attenzione: ormai viviamo in un universo allergico all’individualismo e all’egoismo; ogni grande risultato non può che derivare dalla collettività, dalla collaborazione, dalla capacità di ognuno di parlar bene dell’altro.

Da questo punto di vista, ritengo che i risultati della Puglia siano evidentemente positivi. Magari in tutto il Paese ci fosse un’armonia istituzionale come quella esistente in questa regione. Il nostro miglior risultato possibile sarà sempre e solo quello di non illudere, di non prendere in giro i nostri cittadini. Stiamo concretamente lavorando per valorizzare ed esaltare lo straordinario ambiente in cui viviamo. Combatteremo per introdurre una lavorazione industriale a gas e non più a carbone. Siamo parte integrante di una campagna italiana, europea e mondiale di de-carbonizzazione, in opposizione alla vetusta e immorale politica di Trump”.

Un’altra possibile frontiera di sviluppo e crescita è rappresentata dalla nutro-farmaceutica, ovvero della trasformazione dei cibi in farmaci, della valorizzazione terapeutica dell’alimentazione. “Senza dubbio una strada che vogliamo provare a percorrere- ha dichiarato Antonio Felice Uricchio, rettore dell’università di Bari- con il coinvolgimento dei futuri dirigenti della nostra società, gli studenti. Chi meglio e più di loro può e deve pensare in una prospettiva innovativa? È nostro dovere stimolarli, invogliarli a esprimere qui il proprio potenziale. Abbiamo in Italia, e soprattutto in Puglia, risorse e competenze di primissimo livello. Abbiamo eccellenze appetite in tutto il mondo. Ed è un peccato vedere che spesso questi talenti non trovano collocazione nelnostro mondo del lavoro. È inaccettabile che i giovani vadano via. Aristotele ci insegnava che da A si può arrivare a B, da B a C, per poi non poter tornare indietro. L’informatica binaria ci offre come uniche alternative 0 e 1. L’innovazione si trova altrove, dove non ci sono limiti alla creatività. Solo la fantasia ci insegna, o quantomeno ci fa sperare, di poter arrivare ovunque”.

La conferenza ha riguardato anche l’annosa e secolare ex questione“meridionale”, in qualche modo sempre e comunque attuale. La condizione del Mezzogiorno, i suoi margini di crescita e i suoi punti di criticità, sono ampiamente trattati da Cozzoli nella sua opera. “Il Sud- ha dichiarato l’autore del libro- può assolutamente tornare protagonista. Deve però seguire un cammino rigoroso. I driver della sua crescita sono i seguenti: digitalizzazione estesa a tutti i settori produttivi, professionali e culturali; incentivazione alla creazione di start-up, affinché i giovani creino e non più cerchino disperatamente lavoro<span class="s2">; progettazione di smart cities, città intelligenti ed efficienti”.

L’onorevole Mara Carfagna, deputato di Forza Italia, è stata l’altra illustre ospite dell’Aula consiliare. “Il libro di Cozzoli- ha detto- andrebbe letto da ogni singola categoria umana. Perché è universalmente ottimistico e costruttivo, positivo e attivo anche negli inevitabili momenti di criticità. La strada dell’innovazione è tanto semplice da tracciare quanto difficile da percorrere.

Può essere percorsa solo se è collettiva, condivisa, univocamente desiderata”. Alla presenza del sindaco Tommaso Minervini e del vice sindaco Sara Allegretta, sono intervenuti anche due massimi esponenti del mondo dell’imprenditoria. Da una parte l’amministratore delegato di Exprivia, Domenico Favuzzi, fresco di acquisizione di Italtel. Dall’altra il CEO di Huawei Italia, Thomas Miao. Essi rappresentano concretamente, impersonano con gli eccellenti risultati della loro produzione, l’importanza dell’innovazione. Un libro esteso e approfondito come quello discusso ieri rende ogni ulteriore parola superflua, quantomeno insufficiente, carente di ausilio. Sorge l’esigenza di un nuovo tempo dell’innov-azione.

sabato 16 Dicembre 2017

(modifica il 29 Luglio 2022, 19:38)

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