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Angelo Messina e il sogno Molfetta Hockey: “Risultati che non sono figli del caso”

Antonio Aiello
Angelo Messina
Intervista al presidente della società di hockey
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Ci sono giorni che entrano di diritto nei libri di storia, perché è stato abbattuto un muro. Ci sono giorni che di diritto entrano nella storia di una società sportiva per uno scudetto o una promozione conquistata, magari all’ultimo secondo di gara.

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La data del 14 maggio 2016 è entrata prepotentemente nella storia della Molfetta Hockey. Perché ha segnato la gara più bella ed emozionante ed è coincisa con il ritorno, dopo sette anni di anonimato, nell’élite dell’hockey nazionale ovvero nella serie A2.

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Tutto questo è stato possibile grazie alle grosse capacità imprenditoriali di due molfettesi, Angelo Messina e Loredana Lezoche, rispettivamente presidente e vicepresidente che hanno scommesso su un movimento in forte declino che, grazie alla loro perseveranza e competenza, stanno riportando ai fasti di un tempo e progettando anche un futuro ambizioso di alto livello.

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Ed è proprio il numero uno della società biancorossa a tracciare il bilancio dell’anno appena trascorso. Angelo Messina, un uomo disponibile al confronto ma anche un uomo che preferisce i fatti alle parole.
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n“Abbiamo vinto i play off – racconta – siamo andati in A2, stiamo facendo un campionato di tutto rispetto. Stiamo facendo crescere il vivaio, abbiamo la fortuna e l’onore di avere un dirigente tecnico e sono sicuro che porterà la società ad altissimo livello per cui, veramente non speravo tanto all’inizio di quest’avventura, direi un bilancio veramente ottimo e positivo.

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Gli atleti stanno facendo un ottimo lavoro, devo fare un complimento soprattutto alle famiglie e ai dirigenti che si stanno veramente prodigando verso la società in un modo encomiabile. Stiamo diventando una famiglia e una squadra, ed è una grande soddisfazione. Abbiamo per il futuro altri progetti, come quella di annoverare fra i nostri iscritti gli atleti dello skate. Stiamo facendo grandi cose, siamo entrati nelle scuole, stiamo facendo educazione rotellistica ai bambini. Sono certo che tutto questo porterà a grandi risultati con l’aiuto di tutti”.

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Ritornando a gennaio avrebbe immaginato tutto questo?
n“Assolutamente no anche se lo speravo perché lavoravamo in questa direzione. Non siamo arrivati per caso a questi risultati, guardando e sognando e avendo la visione di quello che volevamo fare. Abbiamo fatto dei piccoli passi. Ogni passo abbiamo cercato di consolidarlo. Abbiamo fatto degli errori e abbiamo corretto il tiro. Tanti errori ne faremo ancora, però la strada della crescita non è una ricetta certa, vanno trovati gli ingredienti di volta in volta. Un ringraziamento va agli sponsor che hanno creduto in noi, speriamo che in futuro sempre più persone si avvicinino a questo sport con piccoli contributi. Noi non cerchiamo grandi contributi ma, vogliamo fare tutto in economia”.

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Quanto contribuisce nelle decisioni del presidente Angelo Messina il vicepresidente, Loredana Lezoche?
n“Diciamo pubblicamente il 50 per cento, noi condividiamo insieme tutte le decisioni. Solo quando troviamo una linea e una visione comune di un obiettivo andiamo avanti senza prevalere uno sull’altro, siamo critici. Noi siamo arrivati anche a condividere le nostre decisioni con i dirigenti e con il nostro tecnico Catia Ferretti. Diciamo che nella crescita e nell’impostazione della squadra le decisioni le prendono in ordine prima il nostro tecnico poi il vice-presidente, Loredana Lezoche, e poi io, dando il mio piccolo contributo. Le vere protagoniste sono Catia Ferretti e Loredana Lezoche”.

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Che cosa ha provato quando Fulvio Messina ha realizzato il rigore decisivo portando la squadra in serie A2?
n“E’ stata una bellissima sensazione, era una speranza che io avevo nel cuore che mi ha reso veramente felice. Ti confesso che forse sono stato l’unico a non vedere quel rigore, la tensione era altissima, avevo la testa fra le mani, il boato della gente mi ha fatto capire che il sogno si era realizzato. Ho rivisto attraverso i filmati la realizzazione del rigore della promozione, che ha cambiato la storia di questa società. Pero devo dire una cosa: per me Fulvio quando è in campo è uguale a tutti gli altri, cerco di non vedere il grado di parentela, non scendo mai, l’ho sempre dichiarato, nelle scelte tecniche che vengono fatte. Ognuno deve guadagnarsi con il proprio impegno, quotidianamente, la presenza in squadra. Deve crederci, deve essere entusiasta e si deve divertire. Se diventa polemico, la polemica è fine a se stessa".

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Questa della Molfetta Hockey non è una favola. Le favole significano fantasia, invenzione, irrealtà. Qui invece c’è lavoro, in società e in campo, concentrazione, maturità e concretezza.

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martedì 3 Gennaio 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 7:49)

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