Cronaca

L’amara protesta dei marittimi: “Nessuno ci ascolta”

Antonio Aiello
Nave
Venerdì presidio davanti al ministero delle Infrastrutture per protestare contro le recenti novità introdotte nel loro ambito professionale. Prevista una folta rappresentanza molfettese
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Si sa quanto il mare sia importante nella nostra tradizione. E si sa quanto storicamente siano tanti i lavoratori molfettesi che hanno scelto di navigare, stando lontani dagli affetti e dalla città, per il bene della famiglia.

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Ecco perché merita attenzione quanto sta succedendo sul piano nazionale nel settore della marineria. Ci sarà infatti anche una folta delegazione sindacale della Uil Trasporti e dei Marittimi di Molfetta al presidio organizzato per venerdì, 17 marzo, davanti al ministero delle Infrastrutture e Trasporti, a piazza Porta Pia a Roma.

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Alla base della protesta la trascuratezza che i vari governi hanno dimostrato verso il settore della marineria nazionale e che sta portando inesorabilmente a una perdita di potenza di uno degli elementi caratterizzanti il nostro Paese sia sul piano culturale che economico.

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“Da molto tempo il settore marittimo nazionale soffre di problematiche irrisolte che vanno dal depauperamento della flotta nazionale che scende inesorabilmente nella classifica mondiale, alle difficoltà per i nostri lavoratori a trovare imbarco, passando per l’assenza di prospettive per i più giovanisi legge in un comunicato diramato qualche ora fa dalle segreterie regionali della Filt-Cgil, Fit Cisl e UilTrasporti Le sempre più stringenti normative internazionali, comprese le varie direttive europee richiedono personale marittimo con elevati standard di competenza professionale cui il sindacato guarda con positivo interesse ed attenzione.

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Le recenti circolari emanate dal competente ministero dei Trasporti, facendo confusione e male interpretando le direttive europee in materia, costringerebbero gli ufficiali, i comandanti ed i direttori di macchina a tornare sui banchi di scuola non per ottenere maggiori competenze e capacità professionali ma, assurdamente, per ripetere nozioni acquisite da tempo e sulle quali hanno sostenuto più volte esami – continua il comunicatoI marittimi vivono una condizione lavorativa per la quale sono costretti a vivere lontani dagli affetti famigliari e lavorano in condizioni spesso proibitive e logoranti, per cui il sindacato ha richiesto, al governo nazionale, che fossero inseriti nell’elenco delle attività gravose e/o usuranti dal quale, tutt’ora i marittimi sono esclusi.

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Per la specificità del settore e per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, il sindacato chiede da qualche tempo, senza esiti apprezzabili, una riforma del cosiddetto turno particolare con l’introduzione di un registro nazionale dei lavoratori divisi per qualifiche dove gli armatori attingerebbero la forza lavoro.

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Il sindacato lamenta altresì l’assenza, all’interno del ministero dei Trasporti, di una direzione specifica per il settore che una volta vantava uno specifico ministero (marina mercantile); la cui assenza ha comportato totale disinteresse verso la categoria.”

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“La politica oggi non ci ascolta – sono le parole di chi ci accoglie nella segreteria territoriale della Uil Trasporti di Molfetta, il segretario regionale Giuseppe Raguseo, marittimo di vecchia data – anzi le azioni sembrano mosse da altri interessi. Questo sta creando molti disagi ai marittimi. La nostra marineria ha personale qualificato, le normative obbligano comandanti e direttori di macchina a frequentare dei corsi di 300 e 570 ore, a seconda della categoria, con enormi sacrifici sia economici che in termini di perdita di tempo.

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Il lavoro marittimo già per se è un lavoro che spinge questi lavoratori a stare lontano dalla propria famiglia per diventare dei professionisti competenti, adesso queste competenze di colpo sono cancellate, e i marittimi sono costretti a sottrarre nuovamente tempo alle famiglie per frequentare corsi ed acquisire competenze che gli stessi hanno già dimostrato di avere con diecine di anni di lavoro.

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I centri sono saturi per le richieste e questo porta a perdere eventuali imbarchi incidendo sull’economia familiare. Noi ci stiamo mobilitando, molti hanno già dato la propria adesione, altri possono darla presso la nostra segreteria per partecipare a questa manifestazione. E’ un problema che riguarda tutti i lavoratori marittimi”.

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mercoledì 15 Marzo 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 5:38)

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