Cultura

Il campo scout AGESCI: esperienza speciale anche ai tempi del coronavirus

Sara Fiumefreddo
Fare strada: campo scout 2020
Affrontate tematiche di attualità come la mafia e il caporalato
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Chi è scout lo è per sempre, anche quando le disposizioni anticovid rendono difficile l’organizzazione di un campo estivo, appuntamento formativo al quale il gruppo AGESCI, Clan Molfetta 1 e 4, non ha rinunciato.

Seppur con variazioni significative e con le dovute restrizioni, lo spirito d’iniziativa che contraddistingue i giovani scout li ha portati a Sant’Egidio, nei pressi di San Giovanni Rotondo, dove hanno trascorso quattro giorni diversi rispetto agli altri anni.

«Le norme nazionali dell’AGESCI vietano l’utilizzo dei mezzi pubblici per gli spostamenti e impongono una capienza di massimo una persona per tenda – racconta Maria Sallustio- questo fattore all’inizio ci ha scoraggiato, ma non è stato in grado di fermarci»

Perche, in fondo, è anche in queste situazioni che emerge la capacità di adattamento, uno dei valori fondamentali per chi sceglie di aderire alla realtà scout.

«Abbiamo raggiunto la nostra meta con un pullman privato- prosegue Annamaria de Trizio- e abbiamo pernottato nello stesso luogo per tutta la durata del campo. Abbiamo dovuto rinunciare ai nostri itinerari, che ci portano in una tappa diversa ogni giorno, ma non all’esperienza di crescita e di scoperta».

Il gruppo scout ha infatti incontrato dei personaggi di rilievo, con i quali ha dialogato, affrontando tematiche di attualità e di cultura.

Tra questi il giornalista d’inchiesta Gennaro Tedesco e Azmi Jarajwi della Cgil Puglia.

«Ci siamo soffermati sull’amore per la verità, lo stesso che porta il giornalista Tedesco a rischiare quotidianamente la vita per denunciare i fenomeni mafiosi nel territorio di Vieste – racconta Adriano Lanza- grazie alla sua testimonianza abbiamo capito che ci sono situazioni davanti a cui non ci si può voltare dall’altra parte, sarebbe come rimettersi una benda agli occhi dopo essersela tolta».

Altrettanto importante la testimonianza di Azmi Jarawi, che ha toccato nel concreto il fenomeno del caporalato. Uno di quei fenomeni il cui contrasto è tanto silente quanto potente, se effettuato nelle modalità adeguate. Allo sfruttamento si può porre fine soltanto attraverso un acquisto responsabile dei prodotti sul mercato, dei quali non bisogna tener conto esclusivamente della competitività.

«Le nostre scelte sono determinanti per cambiare le carte in tavola, per migliorare un sistema che ha diversi punti di criticità».

Il bello sta nel poter scegliere, come ha fatto il gruppo scout AGESCI, per cui quello del 2020 è stato un campo all’apparenza statico, ma in realtà più dinamico che mai.

Così Valeria Farinola riassume la sua esperienza: “Non abbiamo percorso i sentieri che ci consentono di riflettere e di meditare sui noi stessi, ma non siamo stati fermi, ci siamo arricchiti di queste esperienze”.

Per i giovani scout, ai tempi del coronavirus, fare strada significa proprio questo.

venerdì 14 Agosto 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 11:36)

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