Quasi un calendario quaresimale, dal volto femminile, il velo di tristezza. Una storia a metà tra fede e religione, folklore e tradizione, splende tra le vie del centro di storico di Molfetta. Dall’alto, infatti, cadono la “Quarèndène”, fantoccio raffigurante una donna vestita con velo, stivali e cappotto nero, sospesa tra due palazzine in via Piazza.
Le origini della tradizione, come per moltissime altre nel periodo quaresimale (e non), è da attribuirsi ad una “fusione” tra ragioni pagane e cristiane. La donna, infatti, secondo la più antica tradizione pagana, altro non sarebbe che la vedova del defunto Carnevale, vestita con abiti funebri. In buona sostanza, il Martedì Grasso “Toème” muore, la “Quarèndène” è a lutto per quaranta giorni.
Per le teorie cristiane, invece, rappresenterebbe una raffigurazione mariana della “penitente”, a segnalare il periodo di digiuno e solennità che contraddistingue la Quaresima.
Nelle tradizioni antiche molfettesi, però, il fantoccio è stato utilizzato come vero e proprio “calendario” dei tempi quaresimali. All’altezza del cuore, infatti, si erge un’arancia punzecchiata da sette penne di gallina, a cadenzare proprio le settimane che separano le Ceneri dalla Pasqua. Sette piume, esattamente tante quanti i venerdì racchiusi tra il Mercoledì delle Ceneri e la Pasqua.
Secondo alcune testimonianze, il popolo usava in passato utilizzare questo meccanismo per conteggiare i giorni di penitenza quaresimale ancora rimanenti.
Quella della Quarantana, però, non è un’usanza tipicamente molfettese. In tutto il Mezzogiorno, è consuetudine avere questo fantoccio femminile a simboleggiare la Quaresima, vestita a lutto proprio perchè moglie del defunto Carnevale.
Un tempo erano tante le Quarantane che adornavano i vicoletti del centro storico, poi l’usanza è andata via via scomparendo, cadendo totalmente in disuso a cavallo tra fine anni Novanta e inizi anni Duemila. Solo un gruppo di amici, soci fondatori dell’associazione Passione e Tradizione, nel 2012 hanno riportato in auge la tradizione della Quarantana tra i vicoli di Molfetta Vecchia, facendola scoprire soprattutto ai più piccoli e agli studenti. Quel fantoccio, un po’ moglie del Toma, un po’ calendario quaresimale, che sarà fatto esplodere il giorno di Pasqua.