Tra fede e tradizione, passione e foklore

La tradizione della Quarantana: la moglie “de Toème” un tempo calendario quaresimale

Angelo Ciocia
Angelo Ciocia
Quarantana tra i vicoli del centro storico di Molfetta - ph Isa Di Stefano
Vedova del Carnevale, la Quarantana possiede un'arancia con sette piume di galline, tante quanti i venerdì che cadono dal Mercoledì delle Ceneri alla Pasqua. "Passione e Tradizione" si occupa di portare avanti quest'usanza
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Quasi un calendario quaresimale, dal volto femminile, il velo di tristezza. Una storia a metà tra fede e religione, folklore e tradizione, splende tra le vie del centro di storico di Molfetta. Dall’alto, infatti, cadono la “Quarèndène”, fantoccio raffigurante una donna vestita con velo, stivali e cappotto nero, sospesa tra due palazzine in via Piazza.

Le origini della tradizione, come per moltissime altre nel periodo quaresimale (e non), è da attribuirsi ad una “fusione” tra ragioni pagane e cristiane. La donna, infatti, secondo la più antica tradizione pagana, altro non sarebbe che la vedova del defunto Carnevale, vestita con abiti funebri. In buona sostanza, il Martedì Grasso “Toème” muore, la “Quarèndène” è a lutto per quaranta giorni.

Per le teorie cristiane, invece, rappresenterebbe una raffigurazione mariana della “penitente”, a segnalare il periodo di digiuno e solennità che contraddistingue la Quaresima.

Nelle tradizioni antiche molfettesi, però, il fantoccio è stato utilizzato come vero e proprio “calendario” dei tempi quaresimali. All’altezza del cuore, infatti, si erge un’arancia punzecchiata da sette penne di gallina, a cadenzare proprio le settimane che separano le Ceneri dalla Pasqua.  Sette piume, esattamente tante quanti i venerdì racchiusi tra il Mercoledì delle Ceneri e la Pasqua.

Secondo alcune testimonianze, il popolo usava in passato utilizzare questo meccanismo per conteggiare i giorni di penitenza quaresimale ancora rimanenti.

Quella della Quarantana, però, non è un’usanza tipicamente molfettese. In tutto il Mezzogiorno, è consuetudine avere questo fantoccio femminile a simboleggiare la Quaresima, vestita a lutto proprio perchè moglie del defunto Carnevale.

Un tempo erano tante le Quarantane che adornavano i vicoletti del centro storico, poi l’usanza è andata via via scomparendo, cadendo totalmente in disuso a cavallo tra fine anni Novanta e inizi anni Duemila. Solo un gruppo di amici, soci fondatori dell’associazione Passione e Tradizione, nel 2012 hanno riportato in auge la tradizione della Quarantana tra i vicoli di Molfetta Vecchia, facendola scoprire soprattutto ai più piccoli e agli studenti. Quel fantoccio, un po’ moglie del Toma, un po’ calendario quaresimale, che sarà fatto esplodere il giorno di Pasqua.

 

giovedì 14 Marzo 2024

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