Triplice fischio per la carriera del molfettese

Eugenio Abbattista si dimette da arbitro. La sua lettera d’addio fa rumore in Italia

Angelo Ciocia
Angelo Ciocia
Eugenio Abbattista
"Lascio perchè non sono taroccato, lascio perchè amo l'arbitraggio e non mi riconosco più in questo mondo malato", le sue parole ai colleghi che l'AIA ha negato di pubblicare
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Coraggio e un pizzico di delusione. Amarezza, ma anche tanta consapevolezza. C’è un mix di ingredienti nella decisione del fischietto molfettese Eugenio Abbattista.
Il direttore di gara della sezione di Molfetta, a soli 41 anni, appende il fischietto al chiodo. Lo fa in modo insolito, con una lettera d’addio, in cui annuncia il triplice fischio per la sua carriera arbitrale dopo 11 anni al CAN e 24 anni di arbitraggio. Non riconosce più i valori di una volta che sin da ragazzino lo hanno spinto ad arbitrare. Lascia evidenziando una serie di criticità che affliggono il sistema arbitrare italiano, a tal punto che il designatore Rocchi ha convocato una assemblea. Lascia nonostante sia uno dei migliori prodotti italiani nell’ausilio della tecnologia al mondo arbitrare: tantissime volte, le sue designazioni erano al Var.
Adesso, questo mondo non sarà più l’isola felice di Eugenio Abbattista. Potere e favoritismi, ombre e maschere, le stesse denunciate alla redazione de Le Iene che hanno scosso il mondo arbitrale, sempre più nell’occhio del ciclone.
Due indizi fanno una prova? Nel giro di un mese, sì. Le dimissioni di Abbattista fanno suonare forte il campanello d’allarme nel sistema AIA. Campanellino che diventa un fischio assordante: secondo quanto trapela dai vertici del calcio italiano, al fischietto molfettese è stato negato di parlare pubblicamente per chiarire alcune menzogne sul proprio conto, poi sotto specifica richiesta è stato negato di pubblicare la propria lettera di dimissioni.
Una lettera che, dalla chat dei colleghi arbitri, è diventata facilmente di dominio pubblico, rimbalzata sui più importanti media sportivi. Uno scritto in cui si toglie sassolini dalla scarpa: il suo nome era finito sul banco degli imputati come “raccomandato” per non essere stato dismesso dall’AIA nel 2020 e che fosse stato salvato da voti ritoccati ad hoc, vicenda che è stata ripresa da Le Iene qualche giorno fa, dopo la denuncia e le dichiarazioni di un direttore di gara che ha scosso il mondo arbitrale.
Nulla di tutto ciò: Eugenio Abbattista, per tutti Gegè, lascia per amore dell’arbitraggio e perchè quelle parola “taroccato” non fa parte del suo vocabolario. Quella fiammella che si è spenta via via per una serie di vicissitudini e per un mondo sporco che non è più il prato verde del fischietto molfettese.

martedì 5 Marzo 2024

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