Anni di buio e luce per il vescovo altamurano

L’ultima Quaresima di Monsignor Cornacchia?

Angelo Ciocia
Angelo Ciocia
Monisgnor Domenico Cornacchia
Dieci giorni fa ha compiuto 74 anni, l'anno prossimo dovrebbe rinunciare all'incarico da Vescovo. Otto anni di sfide, da Papa Francesco al Covid e al confilitto ucraino, passando per i fattacci di inizio 2024.
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Otto anni dopo l’insediamento, Monsignor Domenico Cornacchia si appresta a vivere quello che sarà, con ogni probabilità, l’ultimo anno da pastore della diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo, Terlizzi. Il 13 febbraio, il vescovo altamurano ha compiuto 74 anni: l’anno prossimo, pertanto, scatterà la “pensione”. Al compimento dei 75 anni, come da prassi e come previsto da alcune norme di Papa Francesco, dovrebbe presentare proprio al Pontefice la rinuncia all’incarico: sarà il Papa, poi, a formalizzare il tutto.

Pertanto quella iniziata il 14 febbraio, per Monsignor Cornacchia, dovrebbe essere l’ultima Quaresima in Diocesi.

Un periodo forte per i molfettesi, tanto amato e vissuto anche dal numero uno diocesano, come testimonia la Croce portata sull’uscio del portone della Chiesa del Purgatorio. Un periodo di “deserto” come vuole la chiesa: solo che i 40 giorni di penitenza e sofferenza, Molfetta, li sta vivendo dal primo gennaio con i duri fatti di cronaca di piazza Vittorio Emanuele e proseguono ancora oggi con l’omicidio De Gennaro.

Otto anni fa si insediava Cornacchia: la nomina il 16 gennaio 2016, l’insediamento in diocesi il 20 febbraio, ma la sensazione è che sia passata un’eternità da quel periodo. Don Mimmo Cornacchia succedeva a Mons. Martella, stroncato da un infarto e dalla dipartita del vicario don Mimmo Amato che ne aveva fatto le veci per qualche mese.

Tante ombre in questi otto anni, poche luci. Metafora che egli stesso ha portato ai fedeli accorsi all’uscita della Croce, dieci giorni fa. “Adesso è buio, ma verrà la luce – le sue parole dal Purgatorio – Dobbiamo imparare a portare il peso della Croce, magari a condividerlo e a portare anche le croce degli altri. Dobbiamo sopportare e supportare: ciascuno di noi ha delle croci”.

E di “croci”, la chiesa locale ne ha vissute tante. “Buio” pesto nel periodo Covid, con la Chiesa chiamata a rivoluzionarsi, a rivedersi, a sperimentare nuove modalità. Tenebre, per usare un termine più cupo, per il conflitto ucraino, con la luce offerta da don Gino Samarelli che ha ricreato una sorta di corridoio umanitario, andando al confine tra Polonia e Ucraina. Ma sono tanti gli esempi di sacerdoti e comunità parrocchiali, in diocesi, all’opera per offrire una mano per il terribile conflitto che compie due anni. E un altro, più noto, se n’è aggiunto, insieme a tutti quelli meno noti sparsi per il mondo.

Non solo buio e tenebre, non solo il vescovo di guerre e pandemie. Inevitabile il ricordo del 20 aprile 2018, quando a Molfetta è arrivato il Pontefice, Papa Francesco nel venticinquesimo dies natalis di don Tonino Bello. Nel 2021, altra grande gioia da annunciare: don Tonino è Venerabile, poi un bel 2023 per il vescovo altamurano: prima i 16 anni di episcopio, poi le liete notizie per la diocesi che rappresenta, poi, il 29 dicembre, Cornacchia raduna clero e fedeli per annunciare che il reverendo giovinazzese, don Vincenzo Turturro è nominato Nunzio Apostolico in Paraguay e Arcivescovo di Ravello.

Poi il 2024, per ora, ha riservato solo botti: la notte di San Silvestro e il ritrovamento del corpo di De Gennaro in via Immacolata sono episodi troppo freschi e ancora attuali, motivo per cui le comunità parrocchiali delle zone interessate hanno sentito forte il bisogno di richiamare concetti di legalità e non violenza perduti in questi mesi. Cornacchia, per altri impegni, non ha presieduto alla marcia. Ma la sensazione è quella di un vescovo che ha camminato tanto con i molfettesi e con il territorio della Diocesi: tante le sfide, con picchi di buio pesto e altri di grande luce, che don Mimmo ha vissuto in questi otto anni.

 

 

venerdì 23 Febbraio 2024

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