Il «Te Deum Laudamus» – che significa Noi ti lodiamo Dio – è un inno cristiano in prosa di origine antica. Nella Chiesa cattolica è legato alle celebrazioni di ringraziamento e viene tradizionalmente cantato durante alcune solennità, come la sera del 31 dicembre – per ringraziare il Signore dell’anno appena trascorso – oppure nella Cappella Sistina ad avvenuta elezione del nuovo pontefice, prima che si sciolga il conclave, o ancora a conclusione di un Concilio.
La paternità del testo è contesa da diversi autori: tradizionalmente veniva attribuito a San Cipriano, anche se gli specialisti attribuiscono a Niceta (vescovo della fine del IV secolo, divenuto poi santo) la composizione di questo inno. Musicalmente, invece, autori come Pierluigi da Palestrina, Mozart, Haydn, Verdi, Händel e altri hanno musicato l’inno; a cavallo fra Seicento e Settecento, Marc-Antonie Charpentier ha musicato e composto il Te Deum di cui una breve parte ascoltiamo in televisione, all’inizio e alla fine delle trasmissioni televisive in eurovisione.
Ieri sera, 30 dicembre, il padre spirituale del sodalizio molfettese dal Sacco Nero, don Massimiliano de Silvio ha celebrato la Santa Messa con l’adorazione eucaristica finale e il canto del Te Deum. Una Messa di ringraziamento per l’anno ormai alle spalle che il padre spirituale ha voluto celebrare insieme al neo diacono ruvese don Raffaele Bucci. Venticinquenne, dopo aver frequentato medie e superiori da seminarista del Vescovile, è entrato nel Seminario Maggiore “Pio XI” dove ha conseguito il Baccalaureato in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica Pugliese; attualmente è studente di licenza in Teologia dogmatica ed educatore nel Seminario Vescovile di Molfetta.
Nell’omelia, don Massimiliano, ha posto l’attenzione sulla Sacra Famiglia e sulla sua semplicità e umiltà. Umiltà che non significa – come forse oggi il mondo ci fa intendere – essere deboli ma significa avere la giusta pazienza e perseveranza nei confronti degli eventi della vita, fatta di alti e bassi, e viverli sempre con la tenacia che ha contraddistinto Maria insieme a Giuseppe e al loro figlio. Il tutto – ha aggiunto don Massimiliano – in un momento storico dove la famiglia non è più la stella polare ma è continuamente attaccata e disgregata possa la Sacra Famiglia diventare davvero il vero modello al quale ispirarsi nel nostro quotidiano. E che possa essere anche il modello per don Raffaele nella sua opera diaconale appena cominciata.
All’interno delle celebrazioni liturgiche don Massimiliano ha fatto sapere che anche domani, 1 gennaio, alle ore 11, sarà celebrata la Santa Messa sempre presso la Chiesa del Purgatorio a Molfetta. (Si ringrazia Fedele la Forgia per le foto)