La nota del consigliere regionale

Tammacco sul Pronto Soccorso: “Ore di coda al freddo, situazione ignobile”

Ospedale don Tonino Bello di Molfetta dall'alto
"I lavori iniziati a ottobre sarebbero dovuti terminare a novembre. Siamo ancora senza sala d'attesa con pazienti al freddo e al gelo anche per cinque ore"
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Riceviamo e pubblichiamo la nota del consigliere regionale Saverio Tammacco, capogruppo “Per la Puglia” che si esprime sulle ultime news di cronaca provenienti dal Pronto Soccorso di Molfetta. Di seguito le parole del politico molfettese.

Che la situazione dei pronto soccorso degli ospedali pugliesi sia critica, è storia nota. Ma all’ospedale Don Tonino Bello di Molfetta, alle ormai note criticità si aggiunge la beffa per i cittadini che per essere visitati non solo devono attendere una media di quattro/cinque ore, ma devono farlo in un gabbiotto che non riesce ad ospitarli tutti e quando piove, quelli che non riescono a ripararsi aspettano sotto le grondaie, al freddo. Una condizione inaccettabile se si considera che chi va al pronto soccorso ci va perché sta male e non certo per passare il tempo. Con il rischio di aggravare le proprie condizioni di salute. Un paradosso per un luogo deputato a offrire salute.

Il 2 gennaio scorso ho constatato con i miei occhi questa situazione. Grazie alla segnalazione di alcuni cittadini, mi sono sentito in dovere di vivere insieme a loro l’esperienza dell’attesa. Un’ esperienza che, a me che stavo bene, dopo quattro ore di attesa ha regalato febbre, raffreddore e perdita della voce. Il mio ringraziamento a nome di tutti va alla Asl di Bari: perché non c’è ancora una sala d’attesa degna di questo nome; perché la struttura mobile fuori dall’ospedale che ospita gli utenti è stata spostata di alcuni metri per far spazio ai lavori della nuova sala; perché i lavori cominciati ad ottobre che sarebbero dovuti terminare a novembre, sono stati sospesi e non sono mai ripresi. Quale sia la ragione dell’interruzione non è dato sapere.  Eppure stiamo parlando di un’opera già programmata e finanziata.

A ciò si aggiunga poi la carenza di personale medico ed infermieristico che si aggrava ogni giorno di più,  i pazienti che sono costretti a restare allettati nel pronto soccorso perché nei reparti ci sono i pazienti covid.

È arrivato il momento di decidere se chiudere il pronto soccorso, perché così come si presenta oggi è una struttura da terzo mondo. E i cittadini non meritano un simile trattamento

martedì 10 Gennaio 2023

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