Cosa dicono le ricerche sull’apprendimento passivo
Tantissimi studenti sperano che la risposta alla nostra domanda sia si. Probabilmente anche noi ci siamo chieste se fosse realmente possibile assimilare nuove informazioni senza alcuno sforzo, praticamente mentre schiacciamo un pisolino. Ebbene questo tema è stato oggetto di discussione per decenni. Già nel 1955 gli scienziati Simon ed Emmons hanno dimostrato come il cervello durante il sonno non sia in grado di assimilare informazioni nuove ed elaborate.
Questo tema è stato affrontato nuovamente anche durante la giornata mondiale del sonno, che si è tenuta quest’anno il 18 Marzo.
La comunità scientifica, grazie ad innumerevoli studi e ricerche, è unanime nell’affermare che non si possono immagazzinare informazioni nuove e complesse durante il sonno.
Gli studi comunque sottolineano come in questo discorso ci sia un fondo di verità. Spieghiamoci meglio.
Sonno di qualità e memoria
Così come spiegato in un TED talk molto interessante presentato dal ricercatore Matt Walker, dormire bene dopo aver appreso nuove informazioni aiuterebbe ad immagazzinarle al meglio nella memoria a lungo termine.
In pratica, durante il sonno profondo l’ippocampo tende a riattivare i ricordi, a filtrarli, eliminando i frammenti ritenuti superflui e a riorganizzarli nelle memorie a lungo termine. L’ipotesi dell’omeostasi sinaptica teorizza infatti che tra le funzioni del sonno ci sia quella di fare “pulizia” di tutti quei dati che occuperebbero inutilmente spazio e che non sono ritenuti indispensabili. Ricordiamo infatti che tra le principali funzionalità del cervello vi è quella di ottimizzare l’energia necessaria per la sopravvivenza.
Questi studi rivelano quindi come sia necessario dormire dopo che sono state assimilate nuove informazioni per fissarle meglio nella memoria a lungo termine.
Nello stesso tempo sottolineano quanto sia importante dormire prima di assimilare nuove informazioni. E’ un po’ quello che avviene con una spugna. Dopo una buona nottata di riposo il cervello diventa come una spugna asciutta pronta ad assorbire al meglio nuovi dati. Quando non riposiamo bene invece il cervello è più simile ad una spugna già imbevuta di acqua.
Queste ricerche mettono in evidenza solamente alcuni tra gli innumerevoli benefici legati ad un sonno di qualità.
Durante la giornata mondiale del sonno si è parlato anche di quali sono i fattori che più di altri possono incidere sulla qualità del sonno.
Come dormire meglio
Spesso le persone ricorrono a farmaci veri e propri per addormentarsi. In molti casi si può provare qualcosa di più leggero, come delle tisane rilassanti o integratori a base di melatonina. La melatonina è l’ormone che regolarizza i cicli circadiani, favorisce il rilassamento e riduce il tempo necessario per addormentarsi.
E’ inoltre fondamentale stabilire una routine del sonno, grazie alla quale andiamo a letto e ci svegliamo praticamente alla stessa ora tutti i giorni. Evitiamo cibi troppo pesanti da digerire ed il consumo eccessivo di alcol almeno 4 ore prima di andare a dormire. Creiamo un ambiente buio e con una temperatura non troppo calda, attorno ai 18 gradi. Evitiamo l’attività fisica nelle 4 ore precedenti prima di andare a letto.
Nel caso in cui i disturbi del sonno siano cronici si ritiene necessario consultare uno specialista.