Cultura

Alla riscoperta del mare e della cantieristica navale: l’analisi della Gadaleta Caldarola

Pasquale Caputi
L'esperta espone all'Università Popolare Molfettese. Un viaggio nel tempo, dal Medioevo al '900.
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Il mare è da sempre una grande risorsa della nostra città, il fulcro delle attività economiche, la peculiarità della Molfetta produttiva. Se si parla di mare è inevitabile analizzare il ruolo assunto dai navigli, dai pescherecci, dalle imbarcazioni che su quel mare fluttuano e da cui estraggono l’oggetto della loro ricerca.

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E parlando di imbarcazioni è necessario ricostruire la storia della cantieristica molfettese, ricca di tradizione e di riconoscimenti, elemento fortemente identitario di ogni molfettese legato alla propria cultura e origine.
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rnIeri all’Università Popolare Molfettese, Alina Gadaleta Caldarola ha condotto una analisi storica e socio-economica della cantieristica navale locale, facendo riferimento anche al vasto repertorio di materiali e documenti presenti nel relativo museo inaugurato nel 2005 e situato presso la Fabbrica di San Domenico.
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rnL’analisi della Gadaleta Caldarola parte dal Medioevo che, secondo la tesi di alcuni studiosi, in primis Francesco Samarelli, è già caratterizzato dall’attività cantieristica. Progressivamente la commercializzazione dell’olio fa sì che si sviluppi un fitto traffico commerciale lungo la rotta adriatica, traffico controllato però essenzialmente da mercanti stranieri.

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Sono soprattutto i veneziani ad avere grande influenza in quel mare Adriatico non a caso chiamato "Golfo di Venezia". I navigli ormeggiano in questo periodo a Cala dei Pali, oggi secca dei Pali, e soprattutto a Cala San Giacomo, autentico porto antico.
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rnTra ‘500 e ‘600 l’avvento del Viceregno spagnolo coincide con una congiuntura sfavorevole, dovuta alla crisi commerciale e al calo demografico, a loro volta causati dalla marginalità assunta dal Mediterraneo in seguito alla scoperta dell’America.
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rnEppure, afferma la relatrice, lo svantaggio di operare nella terra di Bari allontana dalle nostre parti i mercanti stranieri e induce i marinai molfettesi ad agire in proprio. Venezia perde l’indiscussa centralità commerciale, rimpiazzata da altre città, quali Ferrara, Fiume,…
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rnLa situazione diventa più florida nel ‘700, con l’aumento delle commesse della cantieristica navale. È soprattutto nella seconda metà del secolo, afferma la Caldarola, che si diffonde un tipo di pesca assolutamente produttiva, quella alla Gaetana, ma al contempo ecologicamente dannosa, in quanto tipo di pesca a strascico (importata, come dice il nome, da Gaeta e effettuata da paranze) che rade e saccheggia letteralmente i fondi marini.

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Fatto sta che l’importanza della pesca aumenta, a Cala dei Pali si impiantano cantieri navali, si intravedono nuovi tipi di imbarcazioni, la già citata paranza e il trabaccolo, importate da Chioggia da Giuseppe Poli. La prima è più snella e munita di vela triangolare, la seconda ha uno scafo più grosso e ricurvo, con vele quadre (e oculi apotropaici, a sottolineare la superstizione dei marinai).

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Sono ancora Cala dei Pali e Cala San Giacomo a fungere da realtà portuali, la prima adibita ad attività pescherecce, la seconda a quelle mercantili.
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rnLe richieste di sistemare il porto diventano insistenti nell’800: dapprima si costruiscono due moli di tramontana e di levante, separati tra di loro e dalla città; successivamente, preso atto delle difficoltà di ormeggio e del rischio di naufragio delle imbarcazioni, il molo di san Corrado e San Michele sono allungati, traggono impulso il molo Pennello e la banchina San Domenico e tra questi due si costruisce il molo d’alaggio.
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rnL’analisi della relatrice giunge al secolo scorso, alla motorizzazione delle imbarcazioni, che sin dagli anni ‘20, sull’esempio degli inglesi, fa aumentare il pescato, consente viaggi più sicuri e lunghi.
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rnUn autentico viaggio virtuale, quello della Gadaleta Caldarola, che con l’ausilio di immagini suggestive ci fa tornare tra maestri d’ascia e calafati, fra trabaccoli e bilancelle. Un viaggio verso le origine del nostro patrimonio culturale, tradizionale, economico.

mercoledì 7 Novembre 2007

(modifica il 7 Agosto 2022, 1:43)

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clec
clec
16 anni fa

grande prof!
Una ex alunna