Cultura

«Per risolvere il problema del traffico ci vorrebbe una rivoluzione»

Lorenzo Pisani
All'Università Popolare Molfettese, il prof. Corrado Poli ha presentato il suo nuovo libro "Rivoluzione traffico".
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«Quando si è trattato di scegliere il titolo del mio nuovo libro, ho cercato, con la casa editrice, qualcosa che colpisse il lettore. L’esperimento ha avuto successo».
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rnA parlare il prof. Corrado Poli, dell’Università di Bergamo, nella sede dell’Università Popolare Molfettese in occasione della presentazione della sua più recente pubblicazione Rivoluzione Traffico – Meno mobilità più comunicazione (Robin edizioni),
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rnE’ lungo il curriculum del professore, interminabile.
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rnSi schermisce. Per lui basterebbe solo la qualifica “molfettese di nascita ma padovano d’adozione”. Potrebbe compiacersi della metodica lettura dei suoi successi, invece punta diritto al tema della serata.
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rn«La nostra società è malata di progresso».
rnLa diagnosi è dura. Cruda.
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rnIl modello occidentale è oggi in crisi. Lo prova la definizione di società attuale, postmoderna. Quel prefisso post evidenzia come sia difficile esprimere la nostra identità con un aggettivo. Non siamo “qualcosa”, siamo solo il seguito di qualcosa.
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rnUn progresso che non si accompagna ad un miglioramento della qualità della vita, non può più chiamarsi tale. Inquinamento e stress minano la nostra salute. Gli svantaggi generati dalle innovazioni tecnologiche superano di gran lunga i vantaggi.
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rnIn questo quadro la mobilità fornisce numerose prove. Divenuta indispensabile per ampliare gli orizzonti economici, si è, però, tramutata in traffico.
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rn«Abbiamo risposto all’aumento della necessità di spostarci con la costruzione di nuove vie di comunicazione. Strade, superstrade, autostrade, strozzano il territorio e cancellano la bellezza delle nostre città. I treni oggi sono molto più lenti che venti anni fa» illustra Poli.
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rnAd una maggiore offerta di vie di comunicazione corrisponderà sempre una maggiore domanda di mobilità. Quanto accade negli Stati Uniti è emblematico: nonostante la presenza di strade a sei, sette, otto corsie il traffico è regolarmente in tilt.
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rnChe fare?
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rnE’ necessaria una rivoluzione, un radicale cambiamento dei costumi.
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rnPrivilegiare il trasporto pubblico, abbandonare la pretesa di raggiungere con la propria auto qualsiasi meta, ricorrere alle piste ciclabili, aumentare la densità abitativa e il telelavoro per limitare gli spostamenti.
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rnAl bando l’utopia. Il libro elenca rimedi sostenibili e realizzabili.
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rnL’appello è rivolto alle città popolate da 50.000 a 500.000 abitanti. La nostra città è tra queste.
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rnDa queste parti l’attualità è fatta di strade intasate di auto, sosta selvaggia, assenza di mezzi pubblici e piste ciclabili, code ai semafori.
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rnE’ ora di pensare alla chiusura totale del centro storico ai veicoli (iniziativa promossa da Poli nella città di Padova) e smetterla con piani del traffico stilati dagli ingegneri edili legati a doppio filo ai costruttori.
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rnSiamo a Molfetta e in sala più di uno annuisce.
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rnOre 20 circa. L’incontro è finito, la gente saluta, esce in strada.
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rnIl Corso Umberto è più che mai affollato, di auto. La sosta è più che mai selvaggia. I clacson in lontananza sono più che mai all’opera.
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rnHa ragione Corrado Poli: ci vorrebbe una rivoluzione.

sabato 3 Novembre 2007

(modifica il 7 Agosto 2022, 1:46)

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pierino66
pierino66
16 anni fa

Magari si chiudesse il centro alle auto. Forse si vivrebbe meglio in centro.

doval
doval
16 anni fa

Ma di cosa vi lamentate?? siete mai stati in altre città giusto un pò più grandi di molfetta? qui la situazione è più che normale..