Cultura

L’Arciconfraternita della Morte presenta “Omaggio a Giulio Cozzoli”

Lorenzo Pisani
Il 18 Novembre presso la chiesa del Purgatorio il ricordo del celebre scultore.
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La notte del 15 Febbraio 1957 si spegneva improvvisamente Giulio Cozzoli.
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rn1957, annus horribilis per Molfetta: il 6 Settembre dello stesso anno, infatti, scomparirà anche Gaetano Salvemini. E’ il tramonto di un’epoca, il passaggio del testimone dalla generazione dell’Ottocento alla modernità. Come se l’anima della città avesse scelto una data per togliere il disturbo.
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rnQuell’anima di cui, ancora oggi, è possibile cogliere il respiro nelle fattezze neoclassiche delle opere del celebre scultore.
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rnBambino prodigio il Cozzoli. Assecondato sin da piccolo nella sua inclinazione artistica, frequenta i corsi di pittura del prof. Michele Romano e all’età di dieci anni, tra lo stupore generale, ritrae suo padre in un busto in gesso a grandezza naturale. Colpito dall’opera, il noto scultore molfettese Filippo Cifariello non esita a prenderlo a bottega e portarlo a Roma.
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rnInizia così il suo viaggio artistico in Europa, al seguito del Maestro. E’ in Baviera prima a Passau, poi a Monaco dove, a soli diciotto anni, conosce la notorietà.
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rnNel 1902 è a Firenze, due anni più tardi nuovamente a Roma per lavorare al cavallo del monumento ad Umberto I di Savoia, commissionato a Cifariello dalla città di Bari.
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rnNel 1905 torna a Molfetta dove stabilisce la sua bottega presso un locale dell’Istituto Apicella. Comincia qui la realizzazione delle statue in cartapesta ispirate all’episodio evangelico della Deposizione, portate in processione nel Sabato Santo.
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rnE’ il 1919, quando apre un proprio studio nel prestigioso Palazzo Cappelluti. La sua produzione, mai interrotta neppure durante gli anni della Grande Guerra, si fa sempre più intensa e culmina con la realizzazione della monumentale opera “La Deposizione".
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rnL’artista, però, non riuscirà mai a reperire i fondi per tradurre la scultura dal gesso in marmo o in bronzo. "La Deposizione" rimarrà, stupenda incompiuta, nel suo studio sino al 1971, salvata in tutta fretta dalle ruspe che procedono all’imperdonabile demolizione dello storico palazzo.
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rnCondotta a Verona dal nipote Maurangelo per la traduzione in bronzo, è completata nel 1996.
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rnL’epigrafe sulla targa commemorativa in Via Rattazzi, 33 lo ricorda così: "Qui nacque e morì Giulio Cozzoli grande scultore. Egli faceva dell’arte una realtà e l’arte fece di lui una verità".
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rnCinquant’anni dopo quel 1957, la sua figura verrà ricordata dall’Arciconfraternita della Morte nell’iniziativa intitolata “Omaggio a Giulio Cozzoli”.
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rnLa chiesa resterà aperta tutto il giorno per l’esposizione dell’Addolorata e dei sette simulacri che compongono la Processione della Pietà. Nella serata una conferenza curata dal dott. Gianni Amato sulla figura del maestro con la proiezione di diapositive, chiuderà la manifestazione.
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rnUn ufficio postale distaccato firmerà il ricordo dell’evento con uno speciale annullo figurato sulla cartolina realizzata dall’Arciconfraternita per l’occasione.

venerdì 26 Ottobre 2007

(modifica il 7 Agosto 2022, 2:00)

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