Cultura

Il mito di Garibaldi: importanza nazionale e tracce di influenza in Puglia

Pasquale Caputi
A conferire sul tema sono stati ieri alla Fabbrica di San Domenico il Prof. Mario Spagnoletti e lo studioso Riccardi.
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Non solo eroe dei due mondi, ma eroe moderno, profondamente attuale: questo è il senso della relazione del Prof. Mario Spagnoletti, docente di Storia contemporanea presso l’Università di Bari, intervenuto ieri presso la Fabbrica di San Domenico per celebrare il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi.

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Ospite dell’Università Popolare, promotrice della manifestazione, il prof. Spagnoletti ha evidenziato l’importanza che Garibaldi ha avuto nel processo di unificazione italiana, il ruolo fondamentale che l’animatore della spedizione dei Mille ha assunto nelle lotte risorgimentali.
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rnIn particolare spetta proprio al rivoluzionario nativo di Nizza il merito di aver introdotto, con l’impresa dei Mille, un fattore esterno, decisivo, che ha rotto l’empasse del progetto nazionale nel Sud Italia, che ha evidenziato l’anacronismo delle posizioni borboniche ed ha risvegliato la coscienza del popolo.
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rnSpagnoletti condivide parzialmente la tesi di Scirocco per cui Garibaldi non ha prospettato una visione realistica e analitica dei problemi del Sud: è vero, afferma il relatore, che in un’ottica puramente scientifica, economica e politica, a Garibaldi non possono essere attribuiti meriti programmatici, ma è altrettanto evidente che costituì un fattore disarticolante di un mondo che non reggeva più, un potente fattore di aggregazione per quelle forze che volevano rompere col passato senza avere la forza per farlo.
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rnL’importanza dell’eroe italiano sta soprattutto sul piano emotivo, ideologico, diremmo mitico, per tonificare le coscienze e lo spirito civile, fino a quel momento infiacchiti dalla scarsa verve di chi aveva provato a diffondere ideali italiani senza coinvolgere profondamente il popolo. In questo senso il valore dell’operazione garibaldina è emblematico anche in Puglia, sia prima che dopo l’unificazione.

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Dopo il 1861 egli, dice Spagnoletti, ha il compito di ricucire e soprattutto di ricostruire l’identità perduta; identità che latitava nella vita di ogni giorno, sia nel contesto puramente locale, quale poteva essere quello pugliese, sia internazionale, nei rapporti con le potenze europee ormai consolidate.
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rnProprio sul finire della sua vita Garibaldi indicherà i compiti del Paese, mettendo in evidenza amor di patria e necessità di costruzione di uno Stato rispettoso della libertà dei cittadini. Auspicherà un nuovo solidarismo, una società più giusta, in cui siano garantite sicurezza e condizioni di vita accettabili per tutti, anche per chi vive nella miseria dei tuguri contadini; e in Puglia tutte le formazioni democratiche, mazziniane, operaie, troveranno in lui un punto di riferimento costante.
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rnUna lezione che si rinnova di giorno in giorno, e che in Puglia è simbolicamente rafforzata dalla presenza tra il 1835 e il 1852 del fratello Felice. Al termine della relazione di Spagnoletti, infatti, Riccardi presenta un suo libro sulla figura di Felice, non proprio rivoluzionario, ma che ha lasciato tracce profonde in Puglia, in particolare tra Bari e Bitonto, soprattutto in ambito economico.

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La sua figura è centrale nella produzione e vendita su scala europea dell’olio pugliese, e la sua attività non a caso si contestualizza in un periodo di grande floridezza della Terra di Bari. Nel 1851, dopo aver acquistato un negozio a Bari (a Via Piaccinni, angolo Via Melo) e affittato un trappeto a Bitonto, dopo aver ottenuto anche premi per la qualità dell’olio prodotto, Felice Garibaldi incorrerà in problemi di salute che lo porteranno dapprima a Napoli, poi a Nizza, dove morirà tra le braccia del fratello Giuseppe col quale reinstaura un legame affettuoso, nonostante precedenti conflitti.

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Interessante notare che con il lascito di Felice, Giuseppe acquisterà metà Caprera, mentre tracce della presenza di felice nelle nostre terre sono da rintracciare nella figura di Chiara Genchi, governante di origine giovinazzese che resterà fino alla fine accanto al celebre padrone di casa.

domenica 21 Ottobre 2007

(modifica il 7 Agosto 2022, 2:09)

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robare831
robare831
16 anni fa

Articolo interessante. Mi farebbe piacere leggere il libro di Riccardi. Vorrei sapere quando sara’ disponibile nelle librerie. Ho provato ad inviare l’articolo ma la funzione “Invia” non funziona per qualche problema tecnico. Robare831