Molfetta e i giovani, un binomio complesso

“Finalmente arriva il weekend”, ma i molfettesi preferiscono emigrare

Monica Marino
Monica Marino
Lungomare vuoto a Molfetta
Otto giovani su dieci preferiscono uscire fuori Molfetta: desolazione per strada, concept di movida un po' fermo, un lungomare per nulla valorizzato tra le cause che portano a questa scelta
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“Finalmente è arrivato il weekend! Allora ragazzi, cosa facciamo? Usciamo, ma dove andiamo?”

Queste le semplici domande che tutti i ragazzi molfettesi, all’incirca tra i 18 e i 35 anni, si pongono principalmente il venerdì, sabato e domenica sera quando sono più liberi dai loro impegni e hanno voglia di uscire e vedersi con i propri amici per bere, mangiare qualcosa o anche per una semplice passeggiata.

La prima domanda che tutti quanti si pongono è se rimanere a Molfetta o andare fuori città e…indovinate un po’? Ad oggi la risposta più comune che mette d’accordo tutti è la seconda opzione, infatti otto giovani su dieci (su un campione di 50 ragazzi e ragazze intercettati) preferiscono trascorrere una serata o guardarsi un semplice tramonto nelle città limitrofi piuttosto che nella città in cui vivono, Molfetta.

Dovrebbe venire spontaneo chiedersi il perché di questa scelta, che si potrebbe definire insolita e non banale. Dovrebbe essere un piacere trascorrere il proprio tempo libero nella propria città senza dover prendere un mezzo per spostarsi in un’altra, consumando anche soldi e carburante. Dovrebbe essere piacevole cenare con la vista del nostro mare, insomma dovrebbe essere bello apprezzare le attrazioni che Molfetta ci offre. Eppure la realtà va oltre tutti questi “dovrebbe essere” ; sono due, dunque, le prime parole che vengono in mente osservando la città nei weekend: spopolamento e desolazione.

Ora è giunto il momento di cambiare prospettiva, di ascoltare di più i giovani, dando importanza alle loro esigenze, ai loro gusti, di creare ambienti confortevoli dove si sentano a loro agio e dove vanno volentieri.

Come realizzare tutto ciò? Con novità, cambiamenti, nuovi concept; questo attrae i giovani di oggi ed è, in particolar modo, grazie al loro passaparola che i locali si riempiono e diventano conosciuti.

I giovani molfettesi gridano basta ai soliti locali statici, che non propongono nulla di nuovo nel design, nel menu o che non mettono in atto attività interattive da svolgere nel corso della serata. Anzi tutte queste mancanze fanno passare loro la voglia di uscire, o li porta a preferire uscire in altre città per trovare altrove ciò che Molfetta non offre: nessuno vorrebbe il fervore di Monopoli e il formicare di gente, ma neanche la desolazione di creare una zona pedonale estiva in cui non passeggia davvero nessuno.

Ed è così che l’opzione “uscire fuori Molfetta” diventa sempre più frequentemente l’unica alternativa per passare una serata diversa e sentirsi felici di non essere rimasti a casa a poltrire sul divano.

Per lo spopolamento serale e la monotonia che ne consegue non si può di certo dare la colpa alla pandemia perché la situazione è così da sempre: ritroviamo i soliti bar dove poter andare a prendere un caffè, che diventano un luogo di ritrovo perché non si sa dove altro andare, il solito locale dove andare il venerdì sera e il sabato la scelta è tra quei pochi locali dove si sa che si troveranno principalmente adulti e verrà naturale chiedersi “ma che ci faccio qui? Dove sono i miei coetanei?” e la risposta è che hanno preferito andare fuori città.

La grande fortuna di Molfetta è di essere una città di mare, eppure perché il lungomare non viene valorizzato? Perché il via vai di persone è quasi nullo? Perché i locali che ci sono si possono contare sulla punta delle dita di una mano? E soprattutto perché molti locali che aprono sono poi destinati a chiudere? Quante serrande abbiamo visto alzarsi e abbassarsi nel giro di pochi anni ad esempio sul lungomare molfettese?

Il problema è evidente, non ci sono le giuste idee, a parte qualche raro caso, che spingano un locale a durare nel tempo.

D’altronde basta non allontanarsi molto da Molfetta per ritrovarsi i lungomari gremiti di gente che passeggia, i locali con la fila di persone fuori che attendono il loro turno per accomodarsi, i tavolini a ridosso del mare dove potersi godere la vista, i rooftop dove sorseggiare qualcosa al tramonto godendosi il sole scomparire all’orizzonte.

Allora perché a Molfetta anche se si hanno queste idee poi non funzionano?  Ve lo siete mai chiesti? La novità di una nuova apertura di un locale, sul lungomare, dove ritrovarsi per fare qualche chiacchera o per prendere anche solo un caffè, sarebbe una novità perché ad oggi non ne abbiamo neanche uno, sarebbe una svolta per i molfettesi.

Tuttavia dovrebbe essere una cosa quasi scontata avere almeno un bar frequentato da parecchia gente sul lungomare della propria città, allora perché i ristoratori preferiscono aprire per esempio nel centro storico o nelle zone nuove della città e non sul lungomare?

Guardando un po’ i dati, a Molfetta non sono poi così tanti i ragazzi che decidono di investire nell’apertura di un locale, probabilmente perché spaventati da una poca affluenza seguita da una possibile chiusura.

Un cambiamento della movida e della vita notturna, più iniziative con il giovane al centro del tutto, curare le piccole cose che possono fare la differenza, avere cura dei dettagli, ma soprattutto ascoltare i giovani: il grido di allarme è quello di una fetta di popolazione che preferisce altro al proprio orticello. Forse perché nel proprio pezzo di terra non è stato seminato bene, da più parti.

sabato 2 Marzo 2024

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Vincenzo
Vincenzo
2 mesi fa

Abbondano invece i “centri culturali” sociali, campetti, sportivi e via dicendo. Insomma ritrovi e centri di aggregazione utili, ma noiosi. Sul lungomare un tempo c’era un bel localino tipo Pub, ma ne subìi tante da scomparire,

Armando
Armando
2 mesi fa

Va bene ma desolazione non direi mica tanto.
Sono d’accordo sulla valorizzazione ma credo che dobbiamo prima mettere in sicurezza il lungomare quindi adoperare con un progetto di bonifica e poi vedremo che le idee gli imprenditori le concretizzeranno.

Molfetta é bella é la terra che non permette

FLC
FLC
2 mesi fa

Adesso vi siete accorti di questa situazione su quel muretto ci ho vissuto tutta la mia giovinezza e poi sono andato via …mi sono spostato di 35 km e già ho trovato un’altra realtà…ora noto che avete anche fatto un articolo ma io ci avevo visto lungo già all’epoca ..

Francesco de Simone
Francesco de Simone
2 mesi fa

L’autrice dell’articolo stimola la riflessione su di un tema che mi sta molto a cuore, in quanto molfettese di vecchia data. Lo squallore del nostro lungo mare ( o sarebbe meglio qualificarlo “brevi” mare) dipende dalla sua stessa inconsistenza e dalla scellerata politica di pianificazione urbanistica della ns città che non è stata concepita come località turistica. Permettere, nel corso degli anni, l’edificazione di palazzacci a ridosso della riva marina e cementificare a più non posso il litorale, ultimamente con l’ennesima speculazione edilizia, costruire impianti sportivi “vista mare” , non ha permesso nel tempo uno sviluppo attrattivo del nostro lungomare. In certi tratti i marciapiedi del posto sono così stretti che non permettono il passeggio dei pedoni se non “in fila indiana”. Anche la viabilità di via l.mare M. Colonna è parecchio discutibile e di certo non favorisce la pedonalizzazione dell’area, con l’aggravante che noi molfettesi pretendiamo di arrivare in auto a ridosso del locale che intendiamo frequentare. Così d’estate, nei pochi locali aperti, si finisce per consumare l’ordinazione seduti a tavoli sistemati a ridosso delle auto in sosta: non proprio il massimo dell’igiene. I nostri amministratori dovrebbero iniziare a pensare a riprogettare il lungomare M. Colonna e a riqualificare l’area, per favorire il volano delle iniziative private che, altrimenti, continueranno a latitare. Infine, non me ne vogliano gli imprenditori molfettesi, le attività che si sono succedute sul l.mare mi sono sempre apparse approssimative, avviate “al risparmio”, senza i dovuti investimenti del caso, senza buon gusto, con arredi a dir poco spartani, senza alcuna eleganza e senza un concept adeguato. Perciò le serrande si aprono si chiudono in breve volgere di tempo. Finché non ci sarà anche a Molfetta l’offerta di un servizio adeguato di food and beverage e di divertissement, in grado di competere con quello presente nei comuni limitrofi, ahimè ma con buona ragione i giovani molfettesi continueranno a trascorrere il loro tempo libero lontano dal loro beneamato comune.

Mik
Mik
2 mesi fa

Molfetta è un paese che turisticamente non avrà mai un futuro…tante promesse in ogni campagna elettorale ma mai mantenute