L'intervista al presidente di Coldiretti Molfetta

Mauro de Ruvo: “Vi spiego la protesta degli agricoltori e la posizione di Coldiretti Molfetta”

Angelo Ciocia
Angelo Ciocia
Mauro Giuseppe De Ruvo
"Questa protesta che può sembrare plateale darà i suoi frutti: a livello europeo non possono più trascurare il comparto agricolo. Vi spiego le cause che ci hanno portato a questa battaglia"
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Protesta agricoltori partiti da Trani direzione Bari - foto Tranilive
Protesta agricoltori partiti da Trani direzione Bari - foto Tranilive

Da fine 2023 tutto il comparto agricolo europeo è in forte agitazione. La protesta è arrivata in Italia con il nuovo anno, con la prima marcia dei trattori datata 31 gennaio. Nei giorni scorsi, i mezzi sono partiti da Trani giungendo al palazzo della Regione, a Bari, attraversando anche il territorio molfettese della SS16.

Una protesta che trova le proprie basi su ragioni economiche e disparità di trattamenti, ma anche su situazione che, da troppo, vengono sempre rinviate e mai prese di petto. A chiarire le cause, il volere degli agricoltori e la situazione in generale, è intervenuto Mauro Giuseppe de Ruvo, presidente di Coldiretti Molfetta.

Qual è la posizione di Coldiretti Molfetta e del comparto agricolo molfettese rispetto la protesta degli agricoltori?

La posizione di Coldiretti Molfetta, che è la stessa di Coldiretti madre, condivide la rivendicazione delle problematiche che attanagliano il comparto già da qualche tempo.

Difatti, la piattaforma di rivendicazione di Coldiretti trova coerenza in quasi tutti i punti in contestazione; la forma di rivendicazione delle criticità passano attraverso diverse modalità che si basano anche su strategie che ogni soggetto associativo e di rappresentanza ritiene più opportuno ed efficace.

La marcia dei trattori risolverà qualcosa?

La marcia dei trattori è un modo per muovere la problematica in maniera plateale, scenografica ma non sempre efficace come possa sembrare; inoltre chiedere alle nostre aziende di portare in strada i loro trattori per noi è l’exetrema ratio di una battaglia persa o con scarsi risultati.

Condividiamo, quindi a pieno le ragioni della protesta e per questo, il sottoscritto, assieme ad altri dirigenti di tutta Italia (circa 3000) eravamo il 26 febbraio scorso a manifestare a Bruxelles durante lo svolgimento dei lavori della Commissione Europea nella quale per il tramite del nostro rappresentante di Governo Ministro Lollobrigida abbiamo presentato un documento in diversi punti all’attenzione della assise, condivisa nei contenuti a larga maggioranza dai partecipanti alla seduta della stessa Commissione.

Adesso, su cosa state battagliando?

Una delle nostre ultime battaglie è quella del divieto di produrre e commercializzare carne sintetica sul territorio Italiano, terminata nel marzo scorso con l’approvazione di una legge ad hoc attraverso la raccolta do oltre 2 milioni di firme autentiche e la sensibilizzazione delle amministrazioni Comunali e Regionali che con delle delibere di consiglio davano pieno appoggio alla iniziativa di Coldiretti.

Nel corso degli ultimi dieci anni abbiamo fatto approvare l’introduzione in etichetta di tutti i prodotti agroalimentari (latte e derivati, carne, olio EVO, ecc.) della provenienza dell’origine della materia prima, per tutelare il Made in Italy e soprattutto difendere le scelte del consumatore in merito all’acquisto di questi prodotti; approvare l’esonero IRPEF e IMU agli Imprenditori Agricoli Professionali e ai Coltivatori Diretti; Abbiamo lavorato tanto in sordina e probabilmente l’unica pecca che a mio parere abbiamo avuto è quella di non averla saputo raccontare.

Quali sono i motivi di questa protesta che non conosce fine? Tutto questo porterà dei frutti? Se sì, quali?

Crediamo che questa protesta che si è allargata all’intera Europa darà i risultati sperati poiché chi governa a livello europeo non può più trascurare il forte livello di malcontento.

Vogliamo:

  • Difendere il reddito degli agricoltori: non toccare i fondi pac e aiuti ai giovani;
  • Riconoscere e sostenere il ruolo degli agricoltori come custodi degli ecosistemi e della biodiversità
  • Si alla reciprocità e stop alle importazioni che non rispettano gli Standard europei. Fermare le frodi sull’origine e l’italian sounding anche in Italia
  • No a riduzioni degli aiuti diretti agli agricoltori e libertà di coltivare tutti i terreni
  • No al cibo artificiale prodotto in laboratorio
  • Si a mercati equi e trasparenti, incentivando gli accordi di filiera e rafforzando il contrasto alle pratiche sleali
  • Semplificare lo sviluppo rurale e investire su ricerca e formazione
  • Promuovere l’innovazione e la digitalizzazione per aumentare la sostenibilità e la resilienza
  • Ampliare il sostegno e la strumentazione per la gestione dei rischi anche con le assicurazioni e favorendo l’accesso al credito
  • Cancellare la burocrazia, non le aziende

mercoledì 28 Febbraio 2024

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Farinola DOMENICO
Farinola DOMENICO
2 mesi fa

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