Un'annata di proclami e tanto silenzio

La Molfetta Calcio si risveglia nell’inferno del calcio dilettantistico pugliese

Angelo Ciocia
Angelo Ciocia
Molfetta Calcio
Sono 17 le sconfitte totali in campionato, in 35 partite. La disfatta di Gravina è solo l'ultima di una meravigliosa stagione fallimentare
scrivi un commento 1324

Molfetta si sveglia in Eccellenza. Un risultato impensabile in estate, divenuto (triste) realtà giorno dopo giorno, domenica dopo domenica, sconfitta dopo sconfitta.

Sono 17 le sconfitte totali in campionato, in 35 partite. Una ogni due praticamente. A cui vanno sottratte le sole sette vittorie a fronte di undici pareggi. Numeri horror che hanno portato al verdetto più amaro, la retrocessione.

Sui social sono tanti i commenti dei molfettesi affranti per un risultato sportivo inatteso, almeno a inizio stagione.

Cinque nuovi soci e volti noti del panorama imprenditoriale prendevano le redini della squadra. Un presidente tifoso era il collante tra l’aspetto societario e quello del campo. Bartoli era promosso a manager all’inglese, il gran lavoro oscuro del ds Frascati non trovava continuità e qui vengono i primi scricchiolii, a cui si sommano i proclami della nuova proprietà che auspicava una stagione con vista playoff.

Parole che davano ossigeno puro ad una piazza che ha atteso tanto la serie nazionale e ha mangiato tanta polvere nei campi dell’inferno del calcio dilettantistico pugliese. Si ritornerà a quella dimensione per una piazza che si è lasciata sedurre, in questi anni di serie D, dalle prodezze di Strambelli il primo anno e dalla freschezza di Gjonaj nella scorsa annata.

Quest’anno tantissime ombre, pochissime luci. Una su tutte Vivacqua, poi poco o nulla. I grandi addii invernali non sono stati adeguatamente rimpiazzati, ma la piazza ha lamentato un silenzio assordante che man mano è diventato sempre più forte.

Dai proclami, le tante belle parole, al nulla cosmico. Ancora oggi, i canali social ufficiali non riportano il risultato della disfatta di Gravina. Passando tra i quadri dell’organigramma biancorosso, il ds Riccardo De Bari, arrivato in inverno, è fermo alle dichiarazioni sugli acquisti. Un silenzio che fa male. Un silenzio che potrebbe diventare sinonimo di riflessioni.

Adesso, però, più che mai si dovrebbe tendere la mano a quei supporters che hanno amato le sorti della squadra in questa meravigliosa stagione fallimentare. Adesso si dovrebbe costruire qualcosa che sia alla portata di una piazza come Molfetta che tornerà a vivere l’incubo dell’inferno del calcio dilettantistico pugliese. Sperare nel ripescaggio in D può essere il leit motiv estivo, ma una piazza come Molfetta deve basare le propria fondamenta sulle certezze e non sulle speranze.

Perchè i biancorossi hanno lasciato l’Eccellenza tre stagioni fa. E da allora i gironi sono diventati due, mentre le promozioni in D sono le stesse: la concorrenza aumenta, il rischio di rimanere inghiottiti nel vortice dilettantistico è dietro l’angolo.

E così il risveglio in Eccellenza è triste. Ma soprattutto silenzioso, da parte della società biancorossa.

lunedì 15 Maggio 2023

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti