La croce è ancora sul sagrato del Purgatorio. Il buio e il silenzio di via Dante sono rotti dai trentatre rintocchi. Sì intona il primo Vexilla. Il primo titè “rompe” il silenzio.
Sì passa così dal rumore del carnevale al silenzio, alle preghiere e alle musiche tipiche della Quaresima. Dalla goliardia del Carnevale di passa alla penitenza, che a Molfetta fa rima con tradizione, riti e folklore.
Tutto il mondo entra nel periodo più forte dell’anno liturgico, la Quaresima. Molfetta entra nel suo periodo più forte.
“Questa croce diventi speranza per chi soffre, per gli ammalati, i disoccupati. Una croce simbolo di sofferenza per Cristo che sia simbolo di pace. Penso al conflitto in Ucraina e al devastante terremoto”, le parole del vescovo Monsignor Cornacchia, prima della benedizione e dell’ingresso delle Croce nel centro storico di Molfetta.