Il racconto di Beppe, chief engineer

Il Capodanno di un marittimo molfettese in Australia

Antonio Aiello
Fuochi d'artificio a Molfetta
"Da me è già 2023, chiamerò la mia famiglia quando sarà nuovo anno anche in Italia. Qualche giovane ha nostalgia di casa in questi giorni, noi con i capelli bianchi cerchiamo di rincuorarli"
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Poche ore ancora e Molfetta attenderà il nuovo anno a Piazza Paradiso per il brindisi collettivo, altri preferiranno attendere il nuovo anno. Sarà la televisione a scandire gli ultimi secondi del 2022.

C’è un popolo silenzioso che in solitudine attenderà il nuovo anno: è il popolo dei marittimi che in queste ore naviga sui mari di tutto il mondo, quest’anno vorremo raccontare il loro capodanno.

Riusciamo a contattare uno dei tanti marittimi in giro per il mondo, Beppe, 63 anni, Chief Engineer, ovvero direttore di macchina, presso navi portacontainer.
“Hello happy new year”, ci saluta cosi guardiamo l’orologio da noi sono appena le 14 del giorno di san Silvestro le tavole sono imbandite lui ci spiega questo saluto “Da me abbiamo salutato il nuovo anno in anticipo rispetto all’Italia: erano le 14 da voi quindi in Australia abbiamo dieci ore in più rispetto a voi. Fra qualche ora chiamerò via Skype la mia famiglia per fare gli auguri di Buon Anno. Preferisco che il 2023 sorga da voi per augurare un felice anno nuovo alla mia famiglia.”

Beppe ci racconta il suo aspettare il nuovo anno. “Ho preferito aspettarlo in sala macchina con i miei collaboratori, siamo una famiglia. Fino a quando il comandante con il suono della sirena ha salutato il nuovo anno. Per fortuna il mare è calmo, poi tutti insieme nella saletta (luogo della vita comune a bordo ndr) ci siamo scambiati gli auguri di un buon anno. Io cerco di controllare la nostalgia perché è il mestiere che ho scelto, dopo il nautico, però qualcuno più giovane si è fatto prendere dalla nostalgia: noi con i capelli bianchi abbiamo cercato di rincuorarlo”.

“Ne ho passati tanti inizi d’anno un po’ in giro per il mondo. Il bello è osservare nel buio quando siamo sotto costa i fuochi d’artificio che ti regalano uno spettacolo unico: mi è capitato quando ero imbarcato su delle navi che toccavano i porti italiani o in programma la sosta portare la famiglia a bordo. Tanti ne ho passati a Molfetta, lasciamelo dire, conservo i ricordi di famiglie unite ad aspettare il nuovo anno. La lunga tavola fatta di parenti, l’attendere con pazienza la mezzanotte con i bambini, la tombola, le carte per ingannare l’attesa – le parole del marittimo molfettese – I ricordi spesso mi ritornano in mente ma tutto passa perché questo mestiere ti tempra dentro e quindi devi andare avanti c’è poco spazio alla nostalgia perché devi pensare alla tua incolumità dal pericolo del mare, per me, anche dei miei subalterni”.

Infine un augurio ai molfettesi.  “Vorrei tanto che nella nostra città si ritornasse all’amicizia vera fra la gente senza malignità, con l’amore e la solidarietà reciproca. Oggi, la mentalità è cambiata e la fa da padrone l’egoismo della gente. La città si evolve con il passare del tempo ma, spero, rimanga tradizionalista perché per chi come me sta diversi mesi fuori ogni mio ritorno vedo la città che si allontana e spesso mi sento un estraneo – il suo augurio – E’ l’ultimo anno fuori da Molfetta: a marzo andrò in pensione, poi aspetto l’arrivo del primo nipotino da parte di mia mia figlia. Finirò di essere marittimo e sarò nonno a tempo pieno”.

sabato 31 Dicembre 2022

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