Se il mio bambino non mangia a scuola?

Maria Paola De Biase, Nutrizionista
Prima di chiederci il perché il bambino non mangia a scuola, chiediamoci se abbiamo abituato il bambino a mangiare tutto
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La scuola è iniziata e in alcuni istituti è iniziato anche il servizio mensa. Per molte mamme è un sollievo che i propri figli mangino a scuola, per altre invece è motivo di preoccupazione perché hanno paura che il loro bambino non mangerà nulla.

La mensa scolastica sta assumendo un ruolo sempre più importante nella vita di un bambino, perché è il luogo dove il piccolo svolge uno dei pasti principali della sua giornata, determinante nell'influenza del bilancio energetico quotidiano prima di tutto e, se guardiamo più in là, è determinante anche per la sua salute futura. Deve essere chiaro che una corretta alimentazione costituisce la base per il benessere fisico e mentale della persona, bambini inclusi.

La mensa scolastica ha l'obbligo di fornire pasti nutrizionalmente corretti, che siano equilibrati e completi, che aiutino il piccolo a crescere sano e prevengano nel contempo tutte le patologie causate da un eccesso di peso e dalle cattive abitudini alimentari (obesità in primis). È per questo che i menù scolastici devono essere stilati da nutrizionisti, che devono inserire con le giuste frequenze tutti gli alimenti che compongono la dieta mediterranea, ovviamente nelle quantità ideali a seconda dell'età del bambino.

Il bambino a mensa si ritroverà a mangiare di tutto, anche i cibi che non è abituato a mangiare a casa, come le verdure che nelle famiglie “meno attente” passano in secondo piano. Il bambino che non mangia a scuola quasi sempre è il bambino abituato a non mangiare tutto in casa perché gli viene proposto sempre e solo quello che è di suo gradimento. Quindi, prima di chiederci se il bambino mangerà o meno a scuola, o prima di domandarci il perché il bambino non mangia a scuola, chiediamoci se abbiamo abituato il bambino a mangiare tutto e se in famiglia consumiamo tutti gli alimenti, soprattutto frutta e verdura.

Prima di chiunque altro, il genitore è “l'insegnante di educazione alimentare”.

Poi, se il bambino non mangia volentieri tutto quello che vien messo nel piatto, è compito dell'educatore o dell'insegnante spingerlo a mangiare, mantenendo il sorriso in un ambiente sereno e gioioso. Un bambino inappetente o che comunque è restio ad assaggiare i cibi per lui nuovi, non deve essere mai forzato: un bambino che si sente forzato reagirà con un rifiuto ancora più categorico. Questo vale a scuola, come anche a casa. Ci si potrà sentire soddisfatti anche quando il bambino avrà “solo” assaggiato una piccola porzione di tutto quello che gli verrà proposto.

E se al bambino quel giorno non andrà proprio di mangiare? Non succede nulla! Vorrà dire che avrà saltato un pasto (e saltare un pasto ogni tanto non è un evento drammatico). Non dobbiamo però commettere l'errore di dare al bambino la merenda “compensativa” non appena esce da scuola.  Basterà una merenda regolare che lo faccia arrivare con un certo appetito a cena.

Ci sono mamme che sono a conoscenza del fatto che il bambino non sempre mangia a scuola e gli offrono una super merenda, una pizza o un mega panino imbottito per compensare il pasto mancato. È un modo di fare sbagliato perché il bambino collegherà il salto del pranzo a scuola con la super merenda di suo gradimento subito dopo la scuola: sarà il pretesto per continuare a saltare il pranzo equilibrato della mensa!

Abituare il bambino a determinati comportamenti alimentari non è affatto semplice, ma occorre tenacia e buona volontà. Bisognerebbe abituare sin da subito il bambino a consumare verdure, a consumare i pasti insieme a tutti gli altri componenti della famiglia e soprattutto bisogna proporre un menù uguale per tutti, e non diversi alimenti a seconda dei gusti di ognuno.

Se il bambino non è molto invogliato a mangiare a scuola o fa i capricci anche a casa, bisogna spiegargli che senza quel pasto non riuscirà a concentrarsi e ad eseguire i compiti al meglio e che mangiare regolarmente aiuterà a farlo crescere sano e forte.

Ritornando all'ambiente domestico, affinché il bambino consumi più volentieri il pranzo a scuola, sarà importante assicurare una continuità con l'educazione alimentare iniziata a scuola: in casa, a cena, non dovranno mai mancare verdura e frutta.

Se un bambino ha problemi nel pranzo a scuola, è importante che non percepisca questo discorso come una cosa estremamente negativa e/o preoccupante: potrebbe peggiorare la situazione! È vero che ci sono mense meno buone, che metteranno in difficoltà anche il bambino meno problematico che potrà rifiutare il pasto: anche in questo caso, non occorrerà coinvolgere in prima persona il piccolo, ma occuparsi della situazione con le insegnanti e con la ditta ristoratrice (o con la cucina se la scuola è dotata di cucine), cercando di ristabilire la palatabilità dei vari piatti.

Superate tutte queste difficoltà sarà un gioco pranzare tutti insieme a scuola!

sabato 17 Ottobre 2015

(modifica il 6 Febbraio 2023, 10:35)

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