Cultura

Tropos, la ricerca del suono primigenio

Marida Ragno
Tropos ha emozionato, ha scosso, ha smosso, ha agitato gli animi. In positivo o in negativo non importa.Ciò è soggettivo e che ben venga.
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“È necessario soltanto essere attenti, avere occhi, orecchie, ed il mistero svela i suoi segreti. Suoni. Emozioni. Colori. Voci. Silenzio.”
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rnQueste le parole d’apertura del terzo appuntamento del progetto DIGRESSIONE CONTEMPLATIVA a cura di Girolamo Samarelli.
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rnSi è tenuto, quindi, il 27 ottobre presso la Capella Madonna della Rosa a Molfetta, “Tropos e immagini sonore”, performance musicale interattiva di Lazzaro Nicolò Ciccolella, musicista, sound designer e software multimedia developer, unico diplomato italiano nel 1999 presso il centro di ricerche e produzioni musicali “Tempo Reale” di Firenze, diretto dal maestro Luciano Berio, musicista-sperimentatore-sincretizzatore di stili, linguaggi e sinergie spettacolari sempre all’avanguardia.
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rnTropos, quindi…stile.
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rnUno stile o una forma, meglio, di musica, interessante, sorprendente e particolarissima, che Nicolò Ciccolella ha presentato al pubblico non senza, penso, quasi una sorta di timore dovuto alla performance in sé, innanzi tutto.
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rnCoinvolgente e spiazzante, lontana anni luce da ciò che il nostro orecchio è abituato ad udire, una sorta di magia elettronica-musicale dal fascino a volte primordiale e presente in forma d’eco lontana in ognuno degli astanti, la musica composta con uno strano strumento non codificato tra quelli più conosciuti o tradizionali, ha lasciato lo spettatore in balìa di emozioni controverse, ma pur sempre emozioni, nel senso etimologico del termine.
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Tropos ha emozionato, ha scosso, ha smosso, ha agitato gli animi. In positivo o in negativo, ciò non importa, ciò e soggettivo e che ben venga.
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rnMa certamente, all’unanimità, la performance di Lazzaro Nicolò Ciccolella ha reso partecipe tutti i presenti di un approccio ad una nuova discepola della multiforme musica contemporanea.
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rnTimore, dicevo.
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rnTimore della performance.
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rnTimore della ricezione e della reazione.
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rnMa timore, certamente, anche della spiegazione del processo di creazione di questa performance che attraversa l’informatica e l’elettronica, in cui sensori 0-5 volt dal bassisimo costo emettenti corrente elettrica comunicano con un hardware che trasforma gli impulsi elettrici ricevuti in numeri, i quali, a loro volta, grazie ad un software, vengono trasformati in note musicali di qualsiasi genere.
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rnE bene precisare ai lettori che questa è una semplice spiegazione di un procedimento comunque più elaborato in cui possono essere coinvolti anche colori, voci, rumori e quant’altro.
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rnE’ bene ricordare, riprendendo le parole di Girolamo Samarelli che “l’interfaccia hardware si chiama “arduino” ed è la più diffusa piattaforma di sviluppo”open hardware”, “utilizzato dagli artisti che seguono la tendenza ad utilizzare componenti elettroniche a basso costo per creare strumenti con il computer”, come si apprende dalle parole di Ciccolella, e che il “software utilizzato non è in commercio ed è rilasciato con licenza GNU( free software) sviluppato e utilizzato nei più importanti centri di ricera di informatica musicale europei e mondiali.”
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rnTropos, dunque. Un “viaggio”, diremmo noi giovani. Una festa per gli occhi, per le orecchie, per la mente e per il corpo, se in grado di recepire con tutti i suoi sensi e le sue parti.
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rnNulla posso aggiungere ad un evento difficilmente descrivibile ma molto suggestivo e coinvolgente.
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rnFortuna per me e coloro che c’erano. Sfortuna per coloro che non c’erano.
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rnAttesa per coloro che, curiosi, parteciperanno ai prossimi appuntamenti di Digressione contemplattiva.

martedì 30 Ottobre 2007

(modifica il 7 Agosto 2022, 1:54)

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