Cronaca

La scuola come accoglienza e rispetto delle diversità

Pasquale Caputi
Il viaggio e la convivialità delle differenze
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In una società sempre più globalizzata, intendendo per globalizzazione non solo il processo economico per cui le ricchezze di tutti vanno nelle mani di pochi, ma soprattutto la compresenza di culture, tradizioni, modi di pensare spesso agli antipodi, sarebbe necessaria una proficua riflessione circa le problematiche dell’integrazione.

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In realtà i rancorosi retaggi che radicalizzano comportamenti razzisti e intolleranti, costituiscono un grave ostacolo all’accettazione delle diversità ma soprattutto alla concezione del confronto tra culture come arricchimento di ogni individuo.

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Una prima risoluzione del problema dovrebbe provenire dalle scuole, luogo di educazione ed istruzione, formazione e crescita di ogni bambino. Chi pensa si tratti di vuota retorica dovrà subito ricredersi.

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Lunedì sera, presso la scuola media C. Giaquinto, si è tenuta la manifestazione conclusiva dell’anno accademico 2005-06, incentrata sul tema del viaggio. Lo spettacolo ha rappresentato il coronamento di una duplice iniziativa, il progetto d’istituto “Invito al viaggio” e quello Intercultura “Verso un nuovo volto della città nella Convivialità delle differenze”. Entrambe le iniziative, assolutamente interconnesse, hanno posto all’attenzione del numeroso pubblico il valore del viaggio come strumento di conoscenza e rispetto, maturazione e sogno di una vita migliore.

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Attraverso esibizioni di canto, musica, danza e recitazione, i ragazzi, egregiamente guidati dai docenti, hanno condotto i presenti da un estremo all’altro del globo, dall’Albania alla Nigeria, dall’Israele alla Russia al Sudamerica. Tra le note di “Mediterraneo” di E. Bennato e quelle di “What a wonderful world” di Armstrong, tra un fantastico viaggio nella musica di Walt Disney e trascinanti ritmi latino-americani, è stato inscenato l’avventuroso pellegrinaggio di un navigatore francese del passato. Giunto con un trabaccolo nel porto di Napoli, proseguì il suo viaggio a piedi verso S. Michele sul Gargano e poi verso sud, facendo tappa alle saline di Barletta, al Vescovado di Molfetta, a S. Nicola di Bari, rimanendo estasiato dinanzi alle meraviglie e ai misteri del territorio pugliese.

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Al termine della serata il pubblico ha potuto visitare le mostre allestite dalle scolaresche, ognuna delle quali ha esaminato i mitici viaggi di un leggendario eroe: Marco Polo, Cristoforo Colombo, Ulisse, gli Argonauti, intrecciandoli con quelli più recenti e disperati di emigranti e missionari.
rnTra gli innumerevoli avventure descritte, ha destato stupore quella di Alì Hussein, bambino afghano e  alunno della II C, partito dalla sua terra alla ricerca di un sogno: lavoro e condizioni di vita dignitose. L’esperienza di Alì è stata spunto per un’interessante ricerca dei suoi compagni di classe: guidati dalla docente Elisabetta Mongelli, hanno scoperto un mondo ignoto, recentemente sconquassato dalla guerra, e hanno rintracciato una curiosa coincidenza. Il viaggio di Alì, condotto con mezzi di fortuna e in assoluta clandestinità, ha ricalcato quello di Marco Polo e dei Re Magi: Pakistan, Iran, Iraq, Turchia, Grecia, fino a giungere alla tanto desiderata Italia.

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Degna di nota per la sua originalità è stata anche la proposta, nata dai ragazzi stessi, di una toponomastica aggiuntiva, e non alternativa, di alcune zone della città, quelle in cui, attraverso rilevamenti statistici condotti sul campo, è emersa una maggior concentrazione di immigrati, soprattutto albanesi: Piazza Paradiso, Rione Catecombe, Rione Immacolata, sono state affiancate da nomi di eroi popolari (Scandemberg per esempio), luoghi della storia e della tradizione albanese. Si spera che la proposta, inoltrata alle autorità competenti, venga accolta dai “grandi” con analogo entusiasmo, senza cadere nel solito “dimenticatoio”. Si prenda esempio dai bambini… 

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Nonostante il tempo inclemente abbia impedito lo svolgimento all’aperto della manifestazione, con inevitabili rallentamenti della macchina organizzativa, resta intatta l’ammirazione per un progetto che coniuga alla perfezione arte e impegno sociale.

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Assistendo ad iniziative di tale caratura, aumenta il rammarico per l’assenza di strutture adeguate che facilitino il compito di insegnanti e presidi. L’impegno profuso nell’organizzazione di tali eventi meriterebbe ben altra considerazione dai rappresentanti della cultura locali, regionali e nazionali. La scuola e la cultura sono fonti di inestimabile ricchezza ed è francamente assurda la sottovalutazione delle loro necessità: se è vero che la scuola è il futuro, che i bambini sono il futuro, si dovrebbe mostrare maggior sensibilità alle loro esigenze. Capiamo l’endemica carenza di fondi ma auspichiamo almeno l’impegno dei nuovi rappresentanti dell’istruzione a cambiare realmente, e finalmente, le cose.

venerdì 9 Giugno 2006

(modifica il 7 Agosto 2022, 16:25)

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