Battagliera e pronta a scendere in campo. Soprattutto se qualcuno la seguirà nell’avvio di un nuovo percorso politico, che definisce di “solidarietà civica”. Annalisa Altomare, in una gremita sala stampa di palazzo Giovene, ha lanciato la sua sfida.
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La sfida prescinde dai confini e dai colori politici, per puntare alla concreta risoluzione dei problemi. A partire dalla raccolta differenziata (“il porta a porta è peggio di una sciarada, va rimodulato perché è troppo impattante sulla qualità della vita dei cittadini, soprattutto in alcuni quartieri”). Per arrivare al piano regolatore, al piano delle coste, alla pianificazione dell’agro, alla ripresa dei lavori del porto. Fino alla necessità di implementare una rete tecnologica adatta alla modernità.
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“Faccio un appello – prosegue – a tutte le forze e le persone che hanno intelletto di abdicare al distintivo. Deve essere un’alleanza civica e non camuffata. Se qualcuno mi appoggia, sono pronta a essere candidato sindaco”.
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Annalisa Altomare non entra nel dettaglio della compatibilità di una soluzione di questo tipo con le scelte del Pd, la cui situazione è definita non a caso “liquida”. Di certo l’apertura al dialogo è totale.
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“La situazione politica – conclude – è assolutamente sfilacciata, cristallizzata dal colore delle casacche e dall’attribuzione dei ruoli. Ma che colore ha il completamento del porto commerciale? Serve una cordata di persone che abbiano interesse per la città. Facciamo ancora ideologismo e pensiamo ancora a cosa succede nei partiti. Ho grande rispetto per i partiti, ma in questo momento, in una situazione di tale emergenza, non ha senso parlare di casacche”.
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Il dado è tratto. Ora occorrerà capire chi seguirà questa strada.
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