Parigi, la Francia e tutta l’Europa, nella serata di ieri hanno perso pezzi importanti di uno dei simboli dell’arte e della cultura di un popolo, la Cattedrale di Notre Dame. Tutti noi, anche a chilometri di distanza, siamo rimasti shockati dalle immagini che giungevano dalla capitale francese, vedendo pian piano crollare giù frammenti di storia e grandezza dell’uomo.
Da capitale e città universitaria, Parigi accoglie anche molti studenti italiani, fra cui la molfettese Simona Petruzzella, testimone della tragedia.
“Studio e vivo in zona – ci racconta Simona – nei due anni trascorsi a Parigi ci sarò passata davanti così tante volte che non le ricordo, ma ognuna di queste mi fermavo sempre a guardarla e a fotografarla, da ogni prospettiva e veduta diversa, con cieli diversi, in inverno ed in primavera. Ci siamo accorti che stava succedendo qualcosa appena usciti da lezione alle 19 quando abbiamo visto i pompieri su Boulevard Saint-germain che si dirigevano verso il quinto Arrondissement, ma non avrei mai pensato si trattasse di Notre Dame.”
Dopo i primi minuti di smarrimento, l’incredulità della la notizia ha dato vita a ore di silenzio. Impotenza e un pizzico di speranza si sono alternate nel cuore dei parigini, di chi era lì, ma anche di chi come noi era lontanissimo fisicamente, non con il cuore e la mente.
“La cosa più bella è stata vedere quanto tutti, turisti, parigini, francesi, stranieri a Parigi, fossero fermi davanti alla tv ad aspettare notizie. E’ uno di quei momenti in cui ti accorgi del valore identitario e vivo di Notre Dame come simbolo del patrimonio culturale di Parigi e di tutti quelli che ci hanno lasciato un pezzo di cuore anche solo passando di lì. Spesso non ci si rende conto di questo, si pensa che sarà sempre lì”.
Già, si pensa che l’arte sia immortale, che l’opera che eleva l’uomo possa rappresentare in un certo senso la sua immortalità. Invece tutto è caduco, anche la più imponente delle architetture.
L’ultimo messaggio che ci lascia Simona, è però quello di forza e speranza. Nelle ultime ore, infatti, le notizie sono più confortanti. La struttura portante della Cattedrale è in piedi, i danni, seppur gravissimi, non hanno compromesso la possibilità di una ricostruzione. La forza dei francesi saprà farli rialzare ancora una volta. Noi, da Molfetta, non possiamo che stringerci al dolore e alla speranza, continuare a guardare e credere nella possibilità che l’arte, l’idea, non moriranno e risorgeranno dalle ceneri causate dalle fiamme.