Il vescovo Mons. Cornacchia e il card. Zuppi - foto UCS diocesano
UN VESCOVO FATTOSI POPOLO

“Caro don Tonino, ti chiediamo scusa”. Il card. Zuppi a Molfetta nel ricordo dell’indimenticato Vescovo

Domenico de Stena
Domenico de Stena
"La sua vita parla ancora" ha detto Mons. Cornacchia. Deciso l'invito di Zuppi a non strumentalizzare don Tonino ma a far nostro il suo messaggio puramente evangelico.
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Nella Cattedrale di Molfetta si è svolta la Messa in ricordo del trentesimo anniversario dalla morte di don Tonino Bello. A presiederla il card. Zuppi, Arcivescovo di Bologna (città che peraltro ha accolto don Tonino ai tempi dell’O.N.A.R.M.O.) e presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Numerosi i vescovi presenti. Oltre, naturalmente, a Mons. Domenico Cornacchia ha concelebrato anche l’Arcivescovo di Bari Mons. Giuseppe Satriano; presenti fra gli altri, Mons. Angiuli vescovo della diocesi di Ugento e il vescovo di Otranto, appena nominato, padre Francesco Neri. Presenti i familiari di don Tonino Bello oltre a numerose autorità civili, militari locali, provenienti dalle quattro città della diocesi, e regionali.

“La sua vita parla ancora” ha detto Mons.Cornacchia, Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, nel suo saluto avvenuto nei primi momenti della celebrazione. Poco dopo, durante l’omelia, il card. Zuppi ha chiesto scusa a don Tonino, idealmente a nome di tutta la Chiesa, per quei tentativi di fraintendimento del suo messaggio puramente evangelico per le furbizie, per gli ecclesiasticismi, le ideologie e le strumentalizzazioni intorno alla figura e ai gesti compiuti negli undici anni di episcopato di don Tonino.

“Chi obbedisce a Dio – ha proseguito Zuppi – è libero dalla mentalità comune, dal vero pensiero unico che è l’individualismo”. Tutti concetti che già a cavallo fra gli anni ottanta e novanta il vescovo salentino aveva denunciato a parole e sovvertito con i fatti. “Davi fastidio – ha detto Zuppi riferendosi a don Tonino – e purtroppo il problema diventava la tua voce e non il nostro fastidio! Ecco perché ti chiedo perdono.”

Al termine della celebrazione, la croce di Cutro giunta a Molfetta negli scorsi giorni grazie a numerose organizzazioni di volontariato locale, è stata consegnata a Mons. Angiuli, il quale la porterà nella sua diocesi (Ugento-Santa Maria di Leuca) come segno di speranza per quanti, ancora oggi su travi di legno, hanno trovato la morte, pagando per un crimine mai commesso.

 

 

Si ringrazia l’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi per l’organizzazione e l’accoglienza riservata ai giornalisti

venerdì 21 Aprile 2023

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