Gli ultimi colori del carnevale sono ormai tramontati. Sale l’attesa per quei trentatré lenti rintocchi scanditi dal campanile della Cattedrale che annunciano l’inizio della Quaresima e che precedono il mesto lamento del “ti-té” che riempie il silenzio della notte.
Sul sagrato della chiesa di Santa Maria degli Afflitti, conosciuta come la chiesa del “Purgatorio”, nel buio, la Croce viene illuminata dai due fanali e dagli immancabili – a volte anche troppi – flash che immortalano il momento tanto atteso.
Una tradizione che si tramanda di padre in figlio e che segna l’inizio della Quaresima molfettese con i suoi riti religiosi, in primis e con le sue tradizioni. Un cammino di fede, di devozione e di folklore che culminerà il Sabato Santo con il rientro della statua della Pietà, accompagnata dalle note dello Stabat Mater.
La processione ebbe inizio intorno al 1885 per volere del concittadino Mauro Picca, gentiluomo religioso, devoto confratello dell’Arciconfraternita di Santo Stefano. Si racconta che il corteo di fedeli, agli inizi del ‘900, partisse dalla casa del sacrestano del Purgatorio, che corrispondeva al civico 4 di via Nicolò Altamura, portando in processione una grande Croce.
Il corteo faceva tappa presso le case dei vecchi amministratori e confratelli anziani dell’Arciconfraternita della Morte per consentire ai partecipanti di rifocillarsi nella nottata, naturalmente senza la presenza di un padre spirituale. La tradizione diventò formale quando nell’assemblea dei confratelli del 19 dicembre 1948, fu deliberato che a prendersi cura di questa processione fosse l’Arciconfraternita della Morte e venne stabilito come itinerario il percorso delle processioni pasquali.
Il mesto pellegrinaggio si snoda lungo il percorso dell’Addolorata. Alcune volte, però, questo percorso è stato variato per diversi motivi, attraversando le viuzze di Molfetta Vecchia per poi uscire attraverso l’Arco della Terra, percorrendo le vie principali della città immettendosi, nel tratto finale, su via S. Benedetto per poi affacciarsi sul porto.
Nei pressi della chiesa di Santo Stefano, aperta per l’occasione, la croce viene fatta sostare davanti al portone dell’edificio religioso, rivolta verso i fedeli. Segue una breve preghiera e il canto del “Vexilla”. La croce e la processione riprendono il cammino verso via Dante, giunge nei pressi del Purgatorio, dèvia verso la Villa Comunale per giungere al monumento del Calvario. Qui, dopo una breve omelia del Padre spirituale dell’Arciconfraternita della Morte, viene impartita la benedizione finale. La croce, sempre accompagnata dai confratelli incappucciati, fa rientro nel Purgatorio e tutto si conclude.
È iniziata un’altra Quaresima.