Quante volte abbiamo deciso di fare una passeggiata a Lama Martina, oasi naturale della nostra città, ma oltre a Lama Martina o Lama Cupa, esistono altre lame forse meno importanti, che attraversano il nostro territorio e forse non ci rendiamo conto anche della pericolosità.
In Puglia le lame si definiscono “i solchi erosivi poco profondi, tipici del paesaggio pugliese, opera di copiose acque piovane che in forma torrentizia scorrevano in superficie da tempi assai remoti. In un certo senso sono conseguenze indirette di fenomeni carsici. Lì dove infatti, l’acqua delle rare ma torrenziali piogge, non scompariva nel sottosuolo attraverso le fessure calcaree, scorreva lungo le pieghe tra le colline murgiane arrivando, in alcuni casi, fino al mare.”
Un tempo erano gli unici terreni utilizzati dagli agricoltori, anche perché, il passaggio dell’acqua li rendeva fertili e coltivabili solo dopo la spietratura (la rimozione delle pietre affioranti con le quali sono stati realizzati tutti i manufatti a secco presenti sul territorio). Per tali ragioni, e per la presenza di acqua, sin dal neolitico le lame sono state sede di insediamenti umani.
Diverse Lame solcano il territorio attraversando l’agro molfettese partendo dalla murgia per terminare la sua corsa al mare, nelle cosiddette “cale”.
Attualmente non risultano essere più percorse superficialmente ma, possono convogliare notevoli quantità di acqua durante eventi di intensa piovosità, le caratteristiche mène. La storia di piogge torrenziali riversate nelle lame raccontano di danni subiti sin dall’ottobre del 1755, una successiva il 23 agosto del 1914. Che si racconta di essere stata molta violenta e distruttiva una nel 1997, che distrusse un intero stabilmente balneare poi ricostruita a metà strada fra Molfetta e Giovinazzo. È ricordo recente quella del nuovo millennio (16 luglio 2016), che interessò la zona industriale in una domenica piegando aziende molfettesi.
Il territorio molfettese è attraversato dalle seguenti: Lama Scotella (zona167), Lama Marcianise, Lama Scorbetto (zona ind. Pip), Lama Savorelli e Lama dell’Aglio (zona Asi) nella zona Centro Nord e Lama Martina o Cupa (zona Madonna delle rose) nella zona centro sud.
La più importante e meglio conservata è certamente Lama Cupa, che sfocia nella cosiddetta “Prima Cala”, a sud-est del centro cittadino, dove prende il nome di Lama Martina. Questa è considerata la più lunga e la più variegata di quelle che attraversano il nostro agro rurale, la sua origine parte dalla murgia bitontina attraversando l’agro di Terlizzi, proprio nel nostro territorio prende il nome di Lama Cupa e poi nei pressi di piscina Lama Cupa riceve un’altra breve lama allargandosi in contrada Santa Lucia intersecandosi con l’autostrada A14 e qui il suo nome cambia in Lama Martina.
Anche apprezzando l’intento, mi piacerebbe conoscere la fonte di quanto scritto, perchè ci sono imprecisioni. Una su tutte: non mi risulta esista Lama Scotella..ma forse “lama le Sedelle”. Anche rispettare la toponomastica è importante. Grazie