sabato, 16 luglio 2022
Ieri Veronica Pivetti ha presentato a Molfetta il suo giallo “Tequila Bang Bang”L’estate molfettese prosegue all’insegna della cultura. Ieri sera appuntamento a Corso Umberto 97 con l’attrice e conduttrice Veronica Pivetti per “Conversazioni dal Mare Fuori Cartellone”, la rassegna letteraria che si pone l’obiettivo di trasformare i luoghi della città in salotti a cielo aperto. A moderare l’incontro, durante cui è stato presentato il romanzo giallo della Pivetti dal titolo “Tequila Bang Bang”, è stata Marilena Farinola.
«Scrivere un giallo è stata una sfida che mi ha lanciato la casa editrice – esordisce la Pivetti – si tratta di un genere in cui tutto deve essere credibile, i conti devono tornare alla perfezione».
Il coraggio di osare, però, l’ha portata a immergersi nella storia fino in fondo. Con uno splendido risultato.
«Al primo cadavere ho capito che stavo entrando nella storia – prosegue – che mi ha dettato la direzione da prendere».
Un aspetto su cui l’autrice si è soffermata molto è la documentazione, una delle fasi fondamentali nella stesura di un racconto. In questo caso un giallo in chiave comica. «Questo libro ha la pretesa di divertire – sottolinea la Pivetti – uno scopo ambizioso ma necessario più che mai».
Secondo l’autrice, il cuore della commedia risiede proprio nella capacità di essere emotivi. Proprio perché leggere e viaggiare sono due sinonimi. «Questa è una storia estrema e originale – continua Veronica Pivetti – ambientata in Cina ,in Messico, in Italia e portata avanti da inseguimenti, travestimenti, morti e sotterfugi».
Non secondario è l’aspetto del linguaggio. Quello di cui l’autrice si è avvalsa è vasto e generale, un modo per essere vicina ai lettori, alternato al gergo, per rendere credibili i personaggi nelle loro qualità e nelle loro contraddizioni. «La scrittura sarà anche un lavoro solitario – afferma l’autrice – ma “Tequila Bang Bang” mi ha insegnato che un libro è la tua prima compagnia, perché io non smettevo mai di scrivere e di abitare la storia».
Se dovesse racchiudere il senso della sua opera in una parola, la Pivetti sceglierebbe senza esitazioni “risata”.
«Questo libro è dirompente e istintivo proprio come le risate».